mercoledì 19 ottobre 2022
Suicidi, nuovi psicologi, caso Ioia. Tre storie nel mondo del carcere. Perché regni la quiete
sabato 1 ottobre 2022
𝙎𝙚 𝙢𝙞 𝙥𝙚𝙧𝙢𝙚𝙩𝙩𝙚 𝙎𝙩𝙖𝙩𝙤, 𝙡𝙚𝙞 𝙚̀ 𝙞𝙡 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙤𝙡𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙡𝙚𝙜𝙖𝙡𝙞𝙩𝙖̀!
𝗜𝗹 𝗰𝗮𝗿𝗰𝗲𝗿𝗲 … 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗲𝗺𝗲𝗿𝗴𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗶𝗻𝗳𝗶𝗻𝗶𝘁𝗮.




martedì 27 settembre 2022
Contro la strage nelle carceri
Comunicato stampa sulla strage nelle carceri a firma di Sbarre di Zucchero,
Nessuno Tocchi Caino, Voci di dentro, Diritti umani dei detenuti calpestati da
uno stato assente, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, Ristretti
Orizzonti. Di fronte a numeri così impressionanti - 65 suicidi dall’inizio
dell’anno, uno ogni 4 giorni - denunciamo la disumanità di un sistema che non
riesce ad avere attenzione e cura degli esseri umani che gli sono affidati. Il
carcere non può essere una sorta di pattumiera dove gettare tutti assieme
malati, disagiati, disoccupati, emarginati, stranieri, dipendenti da sostanze,
giovani vittime di chi li ha trasformati in manovali della criminalità per i
suoi profitti. In undici punti le nostre richieste.
Prime adesioni:
Associazione (R) esistenza Anticamorra, Movimento madri doppiamente disperate,
Associazione Loscarcere OdV, Happy Bridge Odv, Associazione Recidiva Zero,
Associazione il Viandante, Associazione Il Coraggio, Gioco di squadra OdV,
Folsom Prison Blues, Comitato Riforma Giustizia.
altre adesioni al 28/09/2022: ARCI sezione carcere, gruppo Fb "Dalla parte dei detenuti" , Conferenza Regionale Volontariato Giustizia del Friuli Venezia Giulia, Il Carcere Possibile Onlus
altre adesioni al 30 settembre: Organizzazione di volontariato penitenziario nazionale CRIVOP ITALIA ODV
Per nuove adesioni scrivere a: sbarredizucchero@gmail.com
COMUNICATO STAMPA
Mai più una/uno di meno
Non si ferma la strage nelle carceri
italiane. Dall’inizio dell’anno, in questi 8 mesi e 25 giorni, 65 persone si
sono uccise nelle loro celle: 16 avevano tra i 20 e i 37 anni, 8 avevano oltre
cinquant’anni, tra loro quattro donne. Una persona ogni 4 giorni ha infilato la
testa attorno a un cappio o ha inalato il gas del fornellino. Nel solo mese di
agosto una persona si è suicidata ogni due giorni. Morti di solitudine, paura,
disperazione, angoscia. Perché senza speranza. Morti di galera.
Persone diventate vittime di un sistema
carcere mantenuto in piedi, nonostante i suoi risultati spesso fallimentari, da
chi non vuole vedere e da chi non sa gestire il disagio con i giusti
strumenti di una società civile, che dovrebbero essere innanzitutto medici,
educatori, insegnanti. E poi con politiche per l’inclusione e per l’inserimento
sociale e lavorativo. Morti di galera (certo sappiamo bene che non tutte le
carceri sono uguali, ma il dolore è tanto ovunque, e anche la solitudine, e la
scarsa attenzione per gli affetti delle persone detenute). Morti in una galera
dove con la morte e la sofferenza si convive giorno dopo giorno.
Per questo motivo ci facciamo portavoce delle
compagne e dei compagni di queste 65 persone che si sono tolte la vita e delle
persone che soffrono nelle carceri italiane, bollenti in estate e gelide in
inverno, dove è pesante il degrado reso ancor più insopportabile dal
sovraffollamento, e denunciamo la disumanità di un sistema che non riesce ad
avere attenzione e cura degli esseri umani che gli sono affidati.
Chiediamo oggi con forza, come del resto
lo facciamo da tanto tempo, che la società non si volti dall’altra parte (non
tutta ma tanta parte lo fa) e che si renda conto che, suicidio dopo suicidio,
si sta reintroducendo di fatto la pena di morte cancellata con l’entrata in
vigore della Costituzione italiana il 1 gennaio 1948. Allo stesso tempo
chiediamo che sia finalmente applicato l’articolo 27 della Costituzione al
secondo e al terzo comma dove si afferma che “l’imputato non è
considerato colpevole sino alla condanna definitiva e che le pene non possono
consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato”.
Vogliamo che il dolore che queste 65
persone hanno manifestato rinunciando alla propria vita sia
finalmente ascoltato e sia messa fine a questa strage, che può terminare quando
il carcere cesserà di essere una sorta di pattumiera dove gettare tutti assieme
malati, disagiati, disoccupati, emarginati, stranieri, dipendenti da sostanze,
giovani vittime di chi li ha trasformati in manovali della criminalità per i
suoi profitti.
Chiediamo innanzitutto
• che si combatta in tutti i modi
l’isolamento del sistema carcere, favorendo sempre di più l’ingresso negli
istituti della società civile;
• che le donne in carcere siano
rispettate e non schiacciate in un sistema e una organizzazione prettamente
maschili;
• che diventi realtà l’affermazione
che nessuna mamma con bambino deve più stare in cella; lo si è detto troppe
volte, è ora di tradurlo in pratica;
• che sia agevolata l’organizzazione
di corsi e laboratori gestiti dalle associazioni di volontariato, e la vita
delle carceri non finisca alle tre del pomeriggio, come succede ancora in
moltissimi istituti;
• che il sistema sanitario prenda in
carico davvero le persone e le curi come meritano tutti gli esseri umani, e che
ci si ricordi sempre che chi è malato gravemente non deve stare in carcere;
• che vengano aumentate le ore di
colloqui settimanali e liberalizzate le telefonate come accade in molti paesi
d’Europa, con telefonini personali per ciascun detenuto abilitati a chiamare
parenti e avvocati: non si tratta di un lusso, ma di un po’ di umanità e di
rispetto della sofferenza, anche quella delle famiglie;
• che vengano assunti in misura
adeguata operatori, come psicologi ed educatori, che oggi sono del tutto
insufficienti;
• che venga depenalizzato il consumo
di sostanze stupefacenti, perché la legge attuale sulle droghe porta spesso in
carcere persone che non ci dovrebbero stare;
• che venga posto un limite all’uso
della custodia cautelare - un vero e proprio abuso visto che l’Italia è il
quinto Paese dell’Unione Europea con il più alto tasso di detenuti in custodia
cautelare, il 31%, ovvero un detenuto ogni tre;
• che venga rispettato lo stesso
Ordinamento penitenziario, che a più di quarant’anni dalla sua emanazione è
ancora in parte inapplicato, come ad esempio là dove parla di Consigli di aiuto
sociale, che dovrebbero occuparsi del reinserimento delle persone detenute
nella società e non sono mai stati istituiti;
• che vengano sviluppati e
rafforzati programmi per il reinserimento delle persone che escono dal carcere
con le misure di comunità, che poi sono l’unico modo vero per porre un freno
alla recidiva.
Potremmo continuare all’infinito, perché
tante sono le richieste e altrettanti sono i diritti continuamente violati.
Alla base di tutto restano però dei
principi di civiltà: la sicurezza si raggiunge facendo prevenzione, la
prevenzione si fa migliorando la qualità di vita nelle carceri.
La strage di quest’anno deve cessare. Mai più una/uno di meno.
Sbarre di zucchero, Nessuno Tocchi Caino, Voci di dentro, Diritti umani dei detenuti calpestati da uno stato assente, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, Ristretti Orizzonti
Per adesioni scrivere a: sbarredizucchero@gmail.com
mercoledì 21 settembre 2022
La sicurezza si raggiunge facendo prevenzione
COMUNICATO STAMPA
La sicurezza si raggiunge facendo prevenzione
La prevenzione si fa migliorando la qualità di vita nelle carceri
Di nuovo allarme in carcere e sui
media per l’aggressione subita da un agente di polizia per mano di un detenuto.
E di nuovo il solito ritornello per il potenziamento degli organici della
polizia. Voci di dentro, che conosce bene la realtà, ritiene che le cose
debbano essere affrontate da ben altri punti di vista e non certo in un’ottica esclusivamente
sicuritaria che non risolve un bel nulla.
Da tre mesi i 1848 detenuti richiusi
negli istituti abruzzesi non fanno attività trattamentali, la scuola è ancora
chiusa, i laboratori delle associazioni di volontariato non sono ancora ripartiti,
il lavoro è ridotto al lumicino. E così 24 ore su 24 i 1848 detenuti sono abbandonati a sé stessi, confinati
nelle celle o nei corridoi. Tanti senza futuro e speranza. Tanti (il 70 per
cento almeno) sotto terapia tipo Tavor, Valium, Depakin, Rivotril e chissà quale
altro psicofarmaco. Abbandonati a se stessi, privi di contatti con le loro
famiglie se non per una telefonata di 10 minuti a settimana e a un colloquio di
un’ora non tutte le settimane. Bisognosi di tutto, anche di una lettera che
tarda ad arrivare o di un pacco viveri di tanto in tanto. Praticamente inesistenti
anche gli incontri con gli educatori (appena 4 a Pescara a fronte di 345 detenuti; solo uno a Chieti più un secondo ma
solo per due giorni a settimana a fronte di 110 detenuti).
Facile dire (soprattutto per
creare allarme) che l’aggressore dell’agente è un detenuto con problemi
psichiatrici… Più difficile capire (ma per questo ci vuole più cervello, meno
muscoli, e nessun interesse elettorale o di bottega) che soggetto psichiatrico spesso lo
si diventa per dipendenze e perché si viene ristretti in condizioni disumane,
perché i medici (anche loro ridotti all’osso, in media gli psichiatri hanno a
disposizione per detenuto appena 5 minuti a settimana – dato di Antigone) alla
fine sono costretti a barcamenarsi tra il prescrivere o il cercare di contenere
l’abuso di psicofarmaci o dire no alle
richieste degli stessi detenuti (e in parte anche degli agenti) tipo “una pillola dottore, altrimenti non sto
tranquillo”. Più difficile capire che una telefonata di 10 minuti in più alla famiglia
(telefonata negata all’autore dell’aggressione in carcere a Pescara) può
allentare un po’ di tensione. Telefonata vitale. Come ha rimarcato lo stesso capo
del Dap, Renoldi. Ricordiamo qui che nelle carceri italiane ci sono
stati mille tentati suicidi, che nel solo nel mese di agosto si è ucciso un
detenuto un giorno sì e uno no; che dall’inizio
dell’anno si sono uccise 62 persone, uno ogni 4 giorni. Suicidi… anche se noi
non li chiamiamo suicidi. Troppo facile definirli così.
In conclusione, al posto del solito e inutile allarmismo, Voci
di dentro ribadisce: più educatori e psicologi; più attività trattamentali e laboratori;
più apertura al mondo esterno e più contatti; più lavoro e meno tempo perso. E
poi più posti nelle Rems (oggi solo 20 in Abruzzo). Questo per riportare la
Costituzione dentro il carcere e per garantire in primis la sicurezza degli
stessi detenuti ma anche quella della Polizia Penitenziaria. Sapendo bene che è
solo tramite la convergenza tra un potenziamento del lavoro psicopedagogico e
quello prettamente di sorveglianza della Polizia Penitenziaria che si può
auspicare un cambiamento del sistema carcere.
giovedì 15 settembre 2022
venerdì 19 agosto 2022
Tutti per me in carcere sono omicidi
A oggi sono 53 i suicidi in carcere dall’inizio dell’anno. Il conteggio di questa strage lo tiene da anni Ristretti Orizzonti con il suo dossier “Morire di carcere”. Numeri impietosi quelli registrati da Ritretti (1.276 da inizio 2000), ma per me anche se fossero la metà, anche se fosse solo uno, per me è, e dunque tutti, sono omicidi di stato. Di uno stato assente, bugiardo e lontano dal territorio che governa, uno stato che è solo feroce concentrazione di potere.
venerdì 29 luglio 2022
giovedì 21 luglio 2022
L'incontro con Redaelli
lunedì 18 luglio 2022
Scrivere ci salva. Insieme al prenderci cura dell’altro
Rassegna Voci di dentro "Scrivere salva - Vita, coscienza e memoria nella scrittura". Mercoledì 20 luglio, nell'ambito dell'Estate Teatina 2022, Voci di dentro presenterà in Piazza Vico a Chieti (h 21,00) il romanzo di Stefano Redaelli Ombra mai più.
di ANTONELLA LA MORGIA
Il mondo fuori “è socialmente pericoloso” scrive Stefano Redaelli nel suo Ombra mai più (Ed. Neo.), il nuovo romanzo che segue Beati gli Inquieti, in cui l’autore aveva affrontato il tema della follia. Il protagonista Angelantonio Poloni, dopo aver trascorso tre anni in un centro di riabilitazione psichiatrica, scrivendo un romanzo con gli occhi dei pazienti (alla fine si scopre che anche lui lo è), deve ora affrontare il difficile ritorno alla libertà, anche se “nessuno è più libero dei pazienti della Casa delle farfalle”.
domenica 17 luglio 2022
troppo tardi
Troppo tardi. Quando riconosceremo che la punizione del carcere non può avvenire prima di tutto, prima di ogni senso di umanità, sarà sempre troppo tardi.
PS. L’arresto è a seguito di una circolare della Procura di Milano di giugno, nella quale - “per risolvere” il problema dei borseggi a Milano (ingigantito e tipicizzato dai media nella costruzione di una realtà del consenso) - è stato scritto che “le donne incinta pizzicate a rubare, contrariamente a quanto accadeva prima, sarebbero potute finire in carcere”.
Mercoledì 20 luglio incontro con Stefano Redaelli
Semplificando, li chiamiamo pazzi, fuori di testa, folli. Stefano Redaelli, più attento e preciso, riesce a riconoscerne la vera natura: inquieti, come tutti noi. Forse per questo motivo i folli e i fragili fanno paura mentre si fanno strada tra pregiudizi di una società che esclude, emargina, rinchiude. Loro e tanti altri. Di questo, di mura e letteratura sapendo bene che dentro le mura delle istituzioni totali, come appunto le carceri, la cultura è assolutamente cancellata, parliamo Mercoledì 20 alle ore 21 in piazza G.B. Vico a Chieti.
L'incontro nell'ambito dell'Estate Teatina 2022, rientra nei nostri incontri sul tema "Scrivere salva" nonostante il carcere, nonostante le istituzioni totali che per la loro essenza, per la loro caratteristica e per esistere cercano di negare vita, sapere e coscienza. L'incontro di mercoledì 20 fa seguito a quello dello scorso 7 luglio alla libreria De Luca con la presentazione di "Lettere d'amore dal carcere" con Tonino di Toro, Rudy De Cesaris, Giuseppe De Pasqua per parlare di sofferenze, speranze, cambiamenti, affetti recisi.... e scoprire storie nascoste e ignorate… questioni che riguardano tutti.
sabato 25 giugno 2022
Come semi d'autunno
In scena nel carcere di Pescara "Come semi d'autunno" rappresentazione teatrale realizzata dal laboratorio di Voci di dentro nell'ambito del progetto "Voci di dentro-Voci di fuori" finanziato con i fondi dell'otto per mille della Chiesa Valdese.
Sul palco nove detenuti del carcere di Pescara che hanno frequentato il laboratorio di teatro, quattro tutor e quattro studentesse. I testi sono stati scritti dal gruppo di lavoro di Voci di dentro durante la pandemia: la scena si volge nella strada di una città, di giorno e di notte. In questa strada si incontrano persone di varia età e provenienza che si scambiano battute e racconti sulla propria vita mettendo a confronto idee, pregiudizi, difficoltà delle relazioni. Emergono così i temi della violenza, del rapporto uomo-donna, del dolore, del carcere, del gioco, dello sport, della musica, degli amori e delle occasioni perdute.
Lo spettacolo si intitola “Come semi d’autunno”, cioè quei semi che vengono messi a dimora d’inverno in attesa del loro germogliare in primavera. Semi d’autunno sono dunque le potenzialità che possono emergere da ogni persona nella introspezione, nel confronto e nello scambio.
La Regia è di Ugo Dragotti, la riduzione dei testi è a cura di Carla Viola.
venerdì 17 giugno 2022
domenica 5 giugno 2022
La prigione non serve a nessuno".
Raf Vallone in Riso Amaro film del '49: "Il carcere l'ha inventato qualcuno che non c'era mai stato... la prigione non serve a nessuno".
( Prima di diventare un attore, Raf Vallone era un giornalista de L'Unità).
mercoledì 1 giugno 2022
Un giornale senza padroni, un'associazione che fa liberi
La rivista Voci di dentro è scritta da detenuti ed esperti esce da 14 anni. Duemila copie stampate, diffuse per posta, e regalate nelle iniziative, incontri, convegni, altro. In rete è gratuita. La rivista è scritta da chi conosce personalmente quello di cui parla. Non ha padroni, è informazione dal basso, è giornalismo sociale. Senza scopi se non quello di informare su una realtà (penale e giudiziaria) distorta, manipolata e usata dal sistema dei media (assieme al penale) per fini che non hanno nulla a che vedere con il giornalismo, ma aderenti a un sistema che concretamente stereotipizza, semplifica, riduce le complessità sociali, producendo una realtà alterata, escludendo, promuovendo consenso.
Voci di dentro è una associazione di volontariato nata nel 2008 e che si occupa di disagio. Voci di dentro è un’associazione organizzazione a 360 gradi che intende dare nuove chance a chi di chance ne ha avute poche, aprire porte e abbattere muri, diffondere valori di giustizia e rispetto dei diritti, mettere semi per un mondo migliore dove alla base di tutto c’è l’uguaglianza sociale ed economica delle persone. Il nostro lavoro si svolge dentro il carcere e fuori dal carcere. L’associazione è impegnata in un insieme di attività dedicate alla diffusione del diritto penale minimo, alla eliminazione di un sistema penale fondato sulla punizione senza fine, alla promozione dell’uso delle pene alternative, al reinserimento e all’aiuto delle persone in stato di disagio, con particolare attenzione a chi si trova, o si è trovato nel passato, in detenzione. L’associazione promuove incontri e convegni.
venerdì 28 gennaio 2022
I progetti/incontro con gli scout
Voci di dentro incontra i ragazzi Scout d’Abruzzo (Agesci Abruzzo) coordinati dalla capo Scout Zelda Recchia . Durante l’incontro on-line (grande la partecipazione con oltre 100 ragazzi collegati) il Presidente di Voci di dentro Francesco Lo Piccolo ha presentato l’Associazione e i suoi scopi: promuovere la cultura della solidarietà, creare opportunità per un vero reinserimento dei detenuti, lavorare per favorire occasioni di giustizia sociale che non lascino indietro chi è più svantaggiato. nel corso della lunga riunione on line sono stati anche illustrati i progetti dell'Associazione. In particolare, il Presidente e e altri volontari dell'Associazione, collegati anche loro on line, hanno parlato del progetto Voci di dentro-Voci di fuori e del laboratorio teatrale messo in piedi per portare in scena uno spettacolo recitato da detenuti, studenti, volontari e altri.
Gli Scout incontrano il carcere si inserisce nel percorso di avvicinamento alla Route regionale, che segue i capitoli dell’Enciclica #fratellitutti di Papa Francesco. Con testimonianze di soci di Voci di dentro che hanno vissuto l’esperienza della reclusione, l’incontro è riuscito a stabilire il giusto clima con il giovane pubblico per domande, spiegazioni sulla realtà detentiva, rendendo così chiaro che il discorso su pena, carcere, principio rieducativo (art27cost) è legato alla crescita di una coscienza libera da pregiudizi, alla formazione di una cittadinanza attiva e solidale e alla considerazione dell’altro sempre “come uno di noi”.
Principi totalmente in linea con il senso del progetto di costruzione della compagnia teatrale avviata grazie al bando della Tavola Valdese che ha finanziato, con i fondi dell'otto per mille il progetto "Voci di dentro-Voci di fuori: laboratori e tanto altro, presso la sede di Voci di dentro e all'interno del carcere di Pescara con l’obiettivo di stabilire un ponte con l’esterno e rendere partecipe il contesto sociale rispetto a ciò che si realizza dentro gli Istituti di pena.
venerdì 21 gennaio 2022
il volto del carcere
Scatti in bianco e nero di un mondo rinchiuso per mostrare il vero volto del carcere: senza ritocchi e senza pregiudizi. Le foto della mostra "Come sabbia sotto il tappeto".
Mostra fotografica "Come sabbia sotto al tappeto" della Camera Penale di Pisa, in collaborazione con la direzione della casa circondariale Don Bosco, patrocinata dall’Unione delle Camere Penali, dal Comune di Pisa e dall’Ordine degli Avvocati.
Il reportage è stato realizzato nel 2015 all’interno del Don Bosco di Pisa da Serena Caputo, avvocato penalista del foro di Pisa, segretario della Camera penale (promotrice del progetto), Veronica Croccia, co-direttrice della scuola di fotografia Fotografando di Montopoli in Val d’Arno, e Francesca Fascione, laurea in ingegneria edile-architettura e la passione per la fotografia urbana.
mercoledì 19 gennaio 2022
Mostra "Il fai da te carcerario"/i progetti
E’ stata una giornata intensa e ricca di emozioni quella
celebrata ieri - domenica 16 gennaio -
in ricordo di Valentino Di Bartolomeo, Comandante della Polizia
Penitenziaria morto per causa del Covid lo scorso anno. Organizzata
dall’Associazione Voci di dentro sono stare esposte in mostra all’ex tempietto
del Tricalle , ora Centro di Produzione Tricalle Sistema Cultura, decine di
oggetti raccolti negli anni da Di Bartolomeo e realizzati dai detenuti, vere e
proprie testimonianze del Fai da te carcerario: scatole di sigarette o
saponette trasformate in portacenere, pezzi di latta bucherellata usati come
grattugia, vecchi walkman usati come motore per le macchinette per tatuaggi.
Poliziotti, la regista Paola Capone, il presidente dell’Anppe Antonio Mariano,
il direttore della Casa Circondariale di Chieti Franco Pettinelli, la moglie e
i figli dello stesso Valentino e decine
di persone, tra loro tanti studenti, hanno partecipato all’evento assieme ai
volontari di Voci di dentro.
Francesco Lo Piccolo, Presidente di Voci di dentro, in
apertura della mostra ha ricordato la figura del Comandante: “E stato un grande
amico di Voci di dentro, mi ha aiutato e ci ha aiutato a comprendere la realtà
del carcere. Scriveva spesso nella rivista e credeva in quello che facevamo,
ben convinto che la funzione della polizia penitenziaria fosse, tra le altre,
quella di garantire lo svolgimento delle attività come quelle messe in atto da
Voci di dentro. Attività che portano conoscenza e cultura”.
Nel corso della giornata l’associazione ha anche presentato
i progetti in corso a cominciare da “#piazzabbracci” finanziato dalla Regione
Abruzzo: in continuità con altre iniziative passate, con piazzabbracci Voci di
dentro parte dal “cuore” dei problemi attuali, legati alla pandemia - disagio,
disoccupazione, svantaggio sociale, povertà e solitudine -, per arrivare alla
“mente” delle persone, con interventi di supporto, ascolto e psico-aiuto. Ha
aggiunto Lo Piccolo: “Il carcere è un luogo di sofferenza e sempre più al suo
interno vi finiscono persone ai margini come tossicodipendenti, poveri,
disabili, privi di risorse. Da qui il lavoro dell’associazione dentro e fuori.
Dentro con i nostri laboratori di scrittura e altro, fuori con sportelli
itineranti di psico-aiuto”. Ma anche il teatro, oltre alla rivista bimestrale
scritta da detenuti ed esperti del sistema penale, è al centro di Voci di
dentro. Ancora Lo Piccolo: “Grazie a un
bando della Tavola Valdese, l’associazione sta avviando “semi d’autunno”
una rappresentazione teatrale rielaborata da Carla Viola, insegnante, che vedrà
sul palco detenuti del carcere di
Pescara, ex detenuti e studenti”. Anche questo in ricordo di Valentino Di
Bartolomeo promotore della compagnia di teatro del carcere di Chieti, diretta
da Paola Capone, formata da agenti di polizia penitenziaria e detenuti.
lunedì 17 gennaio 2022
Emozioni in ricordo di Valentino
E’ stata una giornata intensa e ricca di emozioni quella celebrata ieri - domenica 16 gennaio - in ricordo di Valentino Di Bartolomeo, Comandante della Polizia Penitenziaria morto per causa del Covid lo scorso anno. Organizzata dall’Associazione Voci di dentro sono stare esposte in mostra all’ex tempietto del Tricalle , ora Centro di Produzione Tricalle Sistema Cultura, decine di oggetti raccolti negli anni da Di Bartolomeo e realizzati dai detenuti, vere e proprie testimonianze del Fai da te carcerario: scatole di sigarette o saponette trasformate in portacenere, pezzi di latta bucherellata usati come grattugia, vecchi walkman usati come motore per le macchinette per tatuaggi. Poliziotti, la regista Paola Capone, il presidente dell’Anppe Antonio Mariano, il direttore della Casa Circondariale di Chieti Franco Pettinelli, la moglie e i figli dello stesso Valentino e decine di persone, tra loro tanti studenti, hanno partecipato all’evento assieme ai volontari di Voci di dentro.
Francesco Lo Piccolo, Presidente di Voci di dentro, in apertura della mostra ha ricordato la figura del Comandante: “E stato un grande amico di Voci di dentro, mi ha aiutato e ci ha aiutato a comprendere la realtà del carcere. Scriveva spesso nella rivista e credeva in quello che facevamo, ben convinto che la funzione della polizia penitenziaria fosse, tra le altre, quella di garantire lo svolgimento delle attività come quelle messe in atto da Voci di dentro. Attività che portano conoscenza e cultura”.
Nel corso della giornata l’associazione ha anche presentato i progetti in corso a cominciare da “#piazzabbracci” finanziato dalla Regione Abruzzo: in continuità con altre iniziative passate, con #"piazzabbracci" Voci di dentro parte dal “cuore” dei problemi attuali, legati alla pandemia - disagio, disoccupazione, svantaggio sociale, povertà e solitudine -, per arrivare alla “mente” delle persone, con interventi di supporto, ascolto e psico-aiuto. Ha aggiunto Lo Piccolo: “Il carcere è un luogo di sofferenza e sempre più al suo interno vi finiscono persone ai margini come tossicodipendenti, poveri, disabili, privi di risorse. Da qui il lavoro dell’associazione dentro e fuori. Dentro con i nostri laboratori di scrittura e altro, fuori con sportelli itineranti di psico-aiuto”.
Ma anche il teatro, oltre alla rivista bimestrale scritta da detenuti ed esperti del sistema penale, è al centro di Voci di dentro. Ancora Lo Piccolo: “Grazie a un bando della Tavola Valdese, l’associazione sta avviando “semi d’autunno” una rappresentazione teatrale rielaborata da Carla Viola, insegnante, che vedrà sul palco detenuti del carcere di Pescara, ex detenuti e studenti”.
Anche questo in ricordo di Valentino Di Bartolomeo promotore della compagnia di teatro del carcere di Chieti, diretta da Paola Capone, formata da agenti di polizia penitenziaria e detenuti.
domenica 16 gennaio 2022
Il progetto #piazzabbracci
Al via #piazzabbracci. Con #piazzabbracci, il nuovo progetto finanziato dalla Regione Abruzzo (art. 5 Cod. Terzo Settore) l’Associazione Voci di dentro parte dal “cuore” dei problemi attuali, legati alla pandemia - disagio, disoccupazione, svantaggio sociale, povertà e solitudine -, per arrivare alla “mente” delle persone, con interventi di supporto, ascolto e psico-aiuto.
domenica 26 dicembre 2021
Voci di dentro a Rete 8
Paola De Simone (Rete8) intervista Francesco Lo Piccolo presidente di Voci di dentro e direttore dell'omonimo bimestrale: una chiacchierata di venti minuti sull'Associazione, sulla rivista e sui problemi del carcere, dal sovraffollamento alla mancanza di personale ( educatori, psicologi) facendo venir meno il dettato costituzionale secondo il quale le pene devono tendere alla rieducazione e al reinserimento (Art. 27).
sabato 30 ottobre 2021
Laboratori Voci di dentro-Voci di fuori
Incontri, laboratori in sede di Voci di dentro nell'ambito del progetto sostenuto con i fondi della Tavola Valdese dal titolo "Voci di dentro - Voci di fuori" per la realizzazione di uno spettacolo teatrale.
giovedì 28 ottobre 2021
L'inchiesta: cosa si mangia in carcere
Vitto e sopravvitto
di CLAUDIO TUCCI
Foto di Serena Caputo, dalla mostra fotografica "Come sabbia sotto al tappeto" reportage della Camera penale di Pisa.
Latte allungato
con acqua, carne andata a male, un litro di olio per 80 detenuti. Questo è ciò
che è emerso dalle testimonianze della Food Services, l’azienda che, in piena
emergenza covid, ha gestito la cucina del carcere di Chieti nei mesi di
febbraio e marzo del 2020. (Ne abbiamo
parlato nel numero della nostra rivista del mese di luglio).
martedì 26 ottobre 2021
L'essenza del carcere
L'essenza del carcere. convegno 23 ottobre 2021. Chieti, c/o Tricalle Sistema cultura
Prima parte: https://fb.watch/8Q_haMJvaF/ (Suela, Lo Piccolo, Pallotta, La Morgia, Armuzzi, Tuzzi, Mauri).