giovedì 21 febbraio 2013

«Numero chiuso» anche in carcere se la cella è affollata

Il Tribunale solleva il caso alla Consulta 
Dal Corriere della Sera, 19 febbraio 2013
 “Detenzione da rinviare o è incostituzionale”. Il Tribunale di Sorveglianza di Venezia solleva il caso alla Consulta. Carceri a numero chiuso come “unico strumento per ricondurre nell’alveo della legalità costituzionale l’esecuzione della pena” se le condizioni detentive sono “contrarie al principio di umanità”: mentre sui 66 mila detenuti in 47 mila posti il legislatore latita e i partiti tacciono a dispetto dei richiami del capo dello Stato e delle inascoltate denunce dei radicali, con una ordinanza senza precedenti un Tribunale di Sorveglianza italiano, quello di Venezia, solleva d’ufficio una questione di incostituzionalità. E chiede alla Consulta una sentenza “additiva”, che cioè dia ai giudici la facoltà di sospendere e rinviare l’esecuzione in carcere della pena di un detenuto non soltanto quand’essa potrebbe determinare “grave infermità fisica” (unico evento oggi contemplato dalla legge), ma anche nei casi in cui verrebbe scontata in condizioni intollerabili di sovraffollamento e dunque si risolverebbe in “trattamenti disumani e degradanti”, secondo la definizione della Corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo nelle sentenze che hanno condannato già due volte l’Italia per aver lasciato ai carcerati meno di 3 metri quadrati a testa.