Alessio Di Carlo, segretario di Radicali Abruzzo, ha
presentato ieri il Referente dei detenuti per la Regione Abruzzo. Si tratta di
Francesco Lo Piccolo, giornalista, presidente dell’Associazione Voci di dentro, una Onlus che opera in alcune
carceri abruzzesi con corsi e attività varie tesi al recupero e al
reinserimento dei detenuti.
Ha detto Di Carlo: “Abbiamo deciso di istituire il nostro Referente vista l’assenza della figura del Garante Regionale, previsto da una legge regionale del 2011 che però è rimasta lettera morta, visto che fino ad ora non c'è stata alcuna designazione. Di qui la nostra scelta privata perché i detenuti non potevano più aspettare. Lo Piccolo si avvarrà del sostegno dell'On.le Gianni Melilla (Sel) e del Consigliere Regionale Riccardo Chiavaroli (FI) che hanno raccolto l'invito formulato in tal senso.
Ha detto Di Carlo: “Abbiamo deciso di istituire il nostro Referente vista l’assenza della figura del Garante Regionale, previsto da una legge regionale del 2011 che però è rimasta lettera morta, visto che fino ad ora non c'è stata alcuna designazione. Di qui la nostra scelta privata perché i detenuti non potevano più aspettare. Lo Piccolo si avvarrà del sostegno dell'On.le Gianni Melilla (Sel) e del Consigliere Regionale Riccardo Chiavaroli (FI) che hanno raccolto l'invito formulato in tal senso.
Come prima iniziativa è stato affrontato il caso di Tarek
Sgaieri, un detenuto tunisino ormai a fine pena e a rischio espulsione perché in
base alla legge Bossi-Fini continua d essere ritenuto “pericoloso socialmente”,
vanificando un lavoro di anni ed esempio di una buona prassi”.
Ha spiegato Lo Piccolo: “La storia di Tarek è emblematica di
come la parola rieducazione è una parola vuota e di come il carcere sia in
realtà solo punizione fine a sé stessa. E di come il pregiudizio (chi sbaglia
ha sbagliato per tutta la vita) sia radicato non solo tra la pubblica opinione,
ma tra gli stessi apparati dello Stato… come
se l’uomo sempre fosse improntato al male senza possibilità di redenzione.
Tarek uscirà a breve dal carcere dopo un percorso virtuoso operato all’interno
delle mura dell’Istituto di Madonna del Freddo a Chieti e dalla Regione: ha
capito la sua colpa, ha partecipato a corsi dentro il carcere, è stato inserito
al lavoro per cui da un anno è operaio in un
cantiere edile, ha la stima e l’apprezzamento dei compagni, il datore di
lavoro lo vorrebbe assumere a tempo indeterminato…ebbene nonostante questo ecco
a breve l’espulsione. Di fatto il giudizio di oggi (pericoloso socialmente)
basandosi sui fatti del passato e sul pregiudizio butta alle ortiche il lavoro
svolto dal personale del carcere e ignora l’investimento per restituire alla
società una persona migliore. E soprattutto nega la speranza in chi dopo averla
persa era riuscito a ritrovarla. Per questo sul suo caso, il deputato Gianno
Melilla (Sel) ha presentato una interrogazione parlamentare".
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