sabato 27 ottobre 2012

Un carcere più aperto per una informazione più onesta

26 ottobre - A Bologna il convegno sull'informazione da e sul carcere: gli interventi del mattino di :

Carla Chappini Vice Presidente ODG Emilia-Romagna e direttore di Sosta Forzata
Teresa Marzocchi Assessore alle Politiche Sociali Regione Emilia-Romagna
Francesco Maisto Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna
Paola Cigarini Referente Conferenza Regionale Volontariato Giustizia Emilia-Romagna
Pietro Buffa Provveditore alle carceri dell’EmiliaRomagna
Ornella Favero Direttore di Ristretti Orizzonti
Teresa Valiani Giornalista direttore de “Io e Caino” giornale del carcere di Ascoli Piceno
Adriana Lorenzi Esperta in scritture autobiografiche e direttore editoriale di “Alterego”
Gerardo Bombonato Presidente ODG Emilia-Romagna
Mario Consani Giornalista di cronaca giudiziaria del quotidiano “Il Giorno”
Andrea Volterrani Docente Università Tor Vergata, esperto di Comunicazione sociale
Susanna Ripamonti Direttore di “Carte Bollate”
qui il file audio, 

*Gli interventi del pomeriggio:
Le redazioni e le associazioni si presentano.
In chiusura:
Desi Bruno Garante dei Diritti delle persone private della libertà della Regione Emilia-Romagna
qui il file audio,  

Il comunicato finale:
La Federazione nazionale dell’Informazione dal/sul carcere, riunita venerdì 26 ottobre 2012 a Bologna, sottolinea la particolare gravità delle condizioni nelle quali si sconta la pena oggi, che richiedono un ulteriore sforzo di trasparenza e di onestà nell’informare, e chiede:
- al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di dare spazio e autonomia alle attività di redazione interne alle carceri, favorendo il confronto con la società libera allo scopo di promuovere un pensiero più maturo e consapevole sul tema della pena. Senza un percorso comune al dentro e al fuori sarà davvero difficile smuovere e far progredire una cultura da troppi anni ferma al “carcere per tutti”;
- all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di approvare con solerzia la “Carta del carcere e della pena” già presentata a Milano lo scorso settembre 2011 e di farne materia di formazione deontologica per i colleghi e materia di esame per gli aspiranti professionisti. Il percorso penale già complesso e molto doloroso non solo per chi ha subito il reato, ma anche per le persone denunciate o condannate e soprattutto per le loro famiglie, richiede attenzione, sobrietà e precisione sui termini per evitare inutili allarmismi e ulteriori fatiche al momento del ritorno alla vita libera;
- ai giornalisti impegnati nelle redazioni nazionali e locali di tener conto del nostro lavoro e dell’opportunità di considerarci fonti credibili in materia di esecuzione penale.

Federazione nazionale dell’Informazione dal/sul carcere

sabato 20 ottobre 2012

Graffiti 2012 - Lanciano



(da Il Centro, 16 ottobre 2012)
Lanciano - Nel supercarcere di Villa Stanazzo sono arrivati i colori a spezzare il pallore dei muri. Disegni e graffiti che raccontano a chi entra e a chi è già dentro messaggi di libertà e di speranza. Sono 8 i murales realizzati all’interno del penitenziario frentano. Sei sono ad opera di artisti e writers, uno è stato realizzato da un assistente di polizia penitenziaria e uno da un detenuto. Il progetto, ideato dalla casa circondariale di Lanciano in collaborazione con il Rotary club frentano, si chiama “Graffiti 2012 - L’arte per riaccendere la speranza” e si propone di decorare e vivacizzare corridoi, passeggi, zone di colloquio e ale del carcere e, soprattutto, di introdurre l’espressione artistica in quella che i sociologi chiamano “istituzione totale”, un luogo che delimita un sistema qualificato da regole molto rigide, così come ha ricordato la professoressa Eide Spedicato, docente nella facoltà di Scienze sociali all’università D’Annunzio. “Il tempo carcerario è un tempo asfittico”, ha commentato il direttore del penitenziario Massimo Di Rienzo, “è quasi un vuoto pneumatico. Scrivere, disegnare, creare, danno un tono, un colore e un significato a quel tempo”. E un riferimento particolare è stato dedicato al recupero della lentezza, al saper riempire un tempo indefinito e vuoto di colore e di significato. Metafora dell’iniziativa è proprio uno dei murales presentati ieri ad amministratori e scolaresche. Il disegno, ad opera dell’artista e writer Nicola Di Totto, rappresenta un uomo abbarbicato al guscio di una tartaruga. Ha un cerino in mano e si protende per raggiungere e accendere una candela, simbolo di speranza. “L’uomo potrebbe scendere e correre verso la candela”, spiega Di Totto, “e invece decide di aspettare perché sa che è giusto e perché per conquistare la luce deve procedere lento e farsi guidare”. Si chiama invece “L’arte libera” l’opera di uno dei detenuti. Rappresenta un uomo che suona il sax di fronte a una città in fiamme. Il termine “libera” è usato come aggettivo, ma anche come verbo. “Frequentate l’arte”, è intervenuto il sindaco, Mario Pupillo, “significa costruire un progetto e creare una ramificazione con la società che è poi l’essenza della nostra vita”.

20 ottobre 2012

mercoledì 3 ottobre 2012

Aiutateci a dare continuità ai nostri progetti

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Nella convinzione che il lavoro e la cultura del lavoro, intesi anche come amore per quello che si fa, sono la prima molla per il recupero di soggetti svantaggiati come detenuti ed ex detenuti, alla luce di quanto è stato fatto dall’Associazione negli ultimi anni con i laboratori dentro il carcere e i corsi di informatica fuori dal carcere, visti i successi raggiunti con sette tra detenuti ed ex detenuti di Chieti e di Pescara, alcuni dei quali ammessi dall’amministrazione penitenziaria al regime di lavoro esterno (articolo 21) per partecipare ai corsi istituiti nel periodo novembre 2011-luglio 2012 presso la nostra sede, con l’intento di dare continuità a quanto fin qui realizzato, il prossimo anno partirà il  progetto “Voci di dentro-il nostro punto di vista” ovvero la nascita di un foglio di informazione quotidiano on line e cartaceo realizzato sempre dai detenuti in articolo 21  e da ex detenuti.

Il progetto in sintesi - Il progetto – da gennaio 2013 a gennaio 2014 -  consiste nell’organizzazione di una struttura giornalistica composta da ex detenuti e da detenuti in articolo 21 (compresi quelli – se possibile - che già hanno partecipato ai nostri laboratori di scrittura e ai nostri corsi di informatica). Il team con detenuti - di Chieti e Pescara - sarà impegnato da lunedì al venerdì nella realizzazione di un foglio di cultura e cronaca (tipo giornale della sera) che sarà messo in rete e stampato in poche copie, ma fruibile alla città perché esposto sue apposite bacheche a Pescara, Chieti alta e allo Scalo. In concreto è la messa in pratica di quanto imparato durante i nostri corsi con l’ambizione di creare persone responsabili e mature nel raccontare i fatti e capaci di usare strumenti avanzati di comunicazione: non solo scrittura, ma anche uso di computer, macchine fotografiche e videocamere,  programmi di web design, impaginazione e stampa.
Tempi e Risorse umane -  L’attività del team (in base alle organizzazioni e agli orari delle case circondariali coinvolte nel progetto per gli articoli 21) si svolgerà dalle 10 del mattino alle 12.30 e dopo la pausa pranzo dalle 14.30 alle 17. L’attività sarà seguita dalle stesse persone (da una a tre) che partecipano e condividono la mission di Voci di dentro e che già in precedenza hanno guidato i laboratori di scrittura e informatica e che hanno sia capacità personali e sia competenze proprie. Oltre ai tutor tutta l’attività sarà seguita in prima persona dal presidente e dai soci dell’associazione Voci di dentro.
Ricavi dal punto di vista sociale - L’obiettivo è quello di dare conoscenze e saperi a delle persone che, non sempre per colpa loro, non hanno avuto queste opportunità; in una parola dare speranze a chi è dentro il carcere per un domani diverso, fuori dal carcere. L’intento è quello di modificare l’atteggiamento del detenuto, farlo diventare consapevole dell’errore fatto e aiutargli a comprendere i valori che sono alla base del genere umano: rispetto degli altri, solidarietà, legalità e cultura del lavoro.
Ricavi indotti - Una diversa percezione da parte della società della figura del detenuto, spesso tenuto ai margini, rifiutato in molti casi. In programma c’è anche l’intenzione di usare la pausa pranzo come occasione di riparazione sociale da parte del detenuto: ci accorderemo con le suore vincenziane e con la Caritas affinché i detenuti possano impegnare parte del loro tempo nella distribuzione del pasto ai poveri della città. Indirettamente è anche un modo per insegnare ai detenuti la solidarietà e il volontariato.

Noi ci crediamo e i risultati, anche piccoli che abbiamo avuto in questi anni, ci fanno capire che la strada è giusta e ne vale la pena. Per loro e per noi.


martedì 2 ottobre 2012

Caso Sallusti, i giornalisti...la galera



Francesco Lo Piccolo*

Sono giornalista dal 1980, ho avuto buoni maestri. Fanno parte della mia storia professionale che oggi mi ha portato a dirigere un giornale scritto dai detenuti. Ma ora a distanza di anni e di fronte al caso Sallusti mi rendo conto di quanto ci sarebbe ancora bisogno delle lezioni di chi ci spiegava che il giornalista ricerca la verità e non manipola i fatti ad uso e consumo di una o di un’altra parte politica. Ho perciò inviato una lettera  al Presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, dove sono iscritto da oltre dieci anni, dicendogli che faccio fatica a riconoscermi iscritto all’Ordine, se giornalista significa usare la libertà di stampa e di informazione come ha fatto il giornale Libero.