“Nelle carceri italiani sono detenute 67.318 persone (64.370 uomini e 2.948 donne) a fronte di una disponibilità reale di posti detentivi pari a 45059. Un surplus di 22.259 detenuti in più rispetto alla massima capienza che determina un indice medio nazionale di affollamento pari al 54,2 % ”. Lo rivela Eugenio Sarno segretario generale Uil Penitenziari che aggiunge: “In nove regioni italiane il tasso di affollamento varia dal 23 al 50%. In dieci dal 51 all’ 80%. Unica regione che non presenta (apparentemente) una situazione sovraffollata è il Trentino Alto Adige. Capofila, per sovraffollamento, la Calabria (77,6 %), seguita da Puglia (76,3%), Emilia Romagna (73,7%) , Marche (72,1%) e Lombardia (65,9%) . L’istituto con il più alto tasso di affollamento si conferma Lamezia Terme (193,3%), seguito da Busto Arsizio (164,7%), Vicenza ( 155,5%). Brescia Canton Mombello (152,5 %), Mistretta (137,5%) ”.
venerdì 25 marzo 2011
lunedì 21 marzo 2011
Suicidio nel carcere di Pescara
Un uomo di 35 anni, Mario Di Fonso, si è suicidato sabato mattina nel carcere di Pescara impiccandosi alle sbarre con un rudimentale cappio ricavato da una striscia di lenzuolo. Era in carcere dallo scorso settembre, quando fu arrestato assieme ad altre sette persone nell’ambito di un’inchiesta del commissariato di Lanciano per un presunto traffico di sostanze stupefacenti.
Salgono a 13 i detenuti morti per suicidio dall’inizio del 2011 (4 nel solo mese di marzo) e a 33 il totale dei detenuti morti per cause diverse nelle carceri italiane.
Salgono a 13 i detenuti morti per suicidio dall’inizio del 2011 (4 nel solo mese di marzo) e a 33 il totale dei detenuti morti per cause diverse nelle carceri italiane.
giovedì 17 marzo 2011
Emergenza penitenziaria e diritti
Lunedì 21 marzo, alle ore 17 a Firenze, presso la Sala delle Collezioni di Palazzo Bastogi, sarà presentato “Diritto Penitenziario”, manuale di Carlo Brunetti e Marcello Ziccone edito dalla Simone. Seguirà un dibattito sul tema “Emergenza penitenziaria e Diritti Umani”: interverranno l'assessore ai Diritti Umani della Regione Toscana Riccardo Nencini, il docente Emilio Santoro, la Presidente del Tribunale di sorveglianza di Firenze Antonietta Fiorillo, il Provveditore regionale Amministrazione Penitenziaria Maria Pia Giuffrida, il Garante dei Diritti dei detenuti a Firenze Franco Corleone e Carlo Brunetti e Marcello Ziccone.
note sugli autori e sul libro
note sugli autori e sul libro
venerdì 11 marzo 2011
Una lettera dagli Usa
"L’estate scorsa ero a Roma per accudire mio padre. Mi sono presa due giorni
di “permesso” per andare a Pescara. Andavo a rincontrare una cara
amica, compagna di scuola alle medie e ritrovata grazie a facebook. Ero
quindi nell’autobus emozionata per l'incontro quando, lasciata da
qualcuno, ho visto su un sedile una rivista. “Voci di dentro” era il nome.
E’ stata attrazione a prima vista. Non sapevo a cosa si riferisse ma quelle
figure di donne mal truccate e col cappuccio sono state una calamita per
me. Ero quasi arrivata a destino sicchè ho preso la rivista e l’ho portata
con me a Miami. E’ qui che l’ho letta. Sapevo che doveva essere qualcosa
di prezioso perché quando sento queste forze cosi poderose che mi
spingono a fare qualcosa, come prendere la rivista e non lasciarla, è
sempre perché c’è qualcosa di molto speciale coinvolto.
Quando ho iniziato a leggere la rivista non mi sono potuta fermare. Non ho
solo ascoltato queste “voci di dentro”, ma le ho sentite, le ho assorbite. Ora
fanno parte di me. Sento che possono parlare attraverso me. Sicché ho
fatto uscire le loro parole nella miglior forma che ho per comunicare quello
che sento: attraverso la pittura.
Ho dipinto il volto di una persona qualunque, senza che se ne capisca la
razza, il sesso o l’età. Una bocca grande, spalancata, fa uscire il suo grido,
la sua “voce di dentro”. Nella testa: un cavallo bianco, simbolo della liberta’
che è sempre nella mente. Ai piedi del quadro le donne col cappuccio con
i tristi numeri: 7 i morti asfissiati dal gas, 26 i detenuti impiccati...
Gli occhi però sono aperti, per vedere il futuro e verdi, del colore della
speranza. Ed è da quegli occhi che escono gocce d’argento che si
espandono, e diventano sempre piu grandi come simbolo di un futuro
prezioso.
Ho voluto scrivervi, non so nemmeno bene dove, e mandarvi una fotografia
del quadro. Se il quadro piace o no, non ha importanza. L’importante è
che quelle “voci di dentro” sappiano che le loro voci arrivano a chi sta
"fuori" e arrivano lontano, oltrepassano l'oceano e camminano senza fermarsi.
Parleranno nelle mie mostre, a Miami e a New York e, attraverso il mio sito
web, voleranno nello spazio cibernetico dove non esiste nè il dentro nè il fuori".
amica, compagna di scuola alle medie e ritrovata grazie a facebook. Ero
quindi nell’autobus emozionata per l'incontro quando, lasciata da
qualcuno, ho visto su un sedile una rivista. “Voci di dentro” era il nome.
E’ stata attrazione a prima vista. Non sapevo a cosa si riferisse ma quelle
figure di donne mal truccate e col cappuccio sono state una calamita per
me. Ero quasi arrivata a destino sicchè ho preso la rivista e l’ho portata
con me a Miami. E’ qui che l’ho letta. Sapevo che doveva essere qualcosa
di prezioso perché quando sento queste forze cosi poderose che mi
spingono a fare qualcosa, come prendere la rivista e non lasciarla, è
sempre perché c’è qualcosa di molto speciale coinvolto.
Quando ho iniziato a leggere la rivista non mi sono potuta fermare. Non ho
solo ascoltato queste “voci di dentro”, ma le ho sentite, le ho assorbite. Ora
fanno parte di me. Sento che possono parlare attraverso me. Sicché ho
fatto uscire le loro parole nella miglior forma che ho per comunicare quello
che sento: attraverso la pittura.
Ho dipinto il volto di una persona qualunque, senza che se ne capisca la
razza, il sesso o l’età. Una bocca grande, spalancata, fa uscire il suo grido,
la sua “voce di dentro”. Nella testa: un cavallo bianco, simbolo della liberta’
che è sempre nella mente. Ai piedi del quadro le donne col cappuccio con
i tristi numeri: 7 i morti asfissiati dal gas, 26 i detenuti impiccati...
Gli occhi però sono aperti, per vedere il futuro e verdi, del colore della
speranza. Ed è da quegli occhi che escono gocce d’argento che si
espandono, e diventano sempre piu grandi come simbolo di un futuro
prezioso.
Ho voluto scrivervi, non so nemmeno bene dove, e mandarvi una fotografia
del quadro. Se il quadro piace o no, non ha importanza. L’importante è
che quelle “voci di dentro” sappiano che le loro voci arrivano a chi sta
"fuori" e arrivano lontano, oltrepassano l'oceano e camminano senza fermarsi.
Parleranno nelle mie mostre, a Miami e a New York e, attraverso il mio sito
web, voleranno nello spazio cibernetico dove non esiste nè il dentro nè il fuori".
Mila Tapperi
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il quadro di Mila Tapperi Hajjar (dal sito www.milahajjar.com) |
mercoledì 2 marzo 2011
Ancora morti in carcere
Due morti in carcere a distanza di poche ore uno dall'altro. Il primo caso per suicidio ad Avellino, il secondo a Piacenza per cause ancora da accertare. Da inizio anno salgono a 10 i detenuti che si sono tolti la vita e a 26 il totale delle morti in carcere.
- Jean Jaques Olivier Esposito, 39enne di origini francesi, si è impiccato ieri mattina verso le 10:00 nel carcere di Ariano Irpino (Av). L’uomo, in custodia cautelare per reati di droga, da tempo manifestava gravi segnali di disagio psichico: aveva già tentato più volte il suicidio e anche per questo il suo avvocato, Michele Sarno, aveva chiesto l’applicazione di una misura cautelare meno afflittiva, gli arresti domiciliari. Per tragica coincidenza esattamente due anni prima, l’1 marzo 2009, nel carcere di Avellino ci fu un altro suicidio, quello di Vincenzo Sepe, 54 enne di origini napoletane.
- D. Trebbi, 30 anni, tossicodipendente, è morto ieri pomeriggio verso le 16:00 nel carcere di Piacenza. Le poche notizie al riguardo sono state raccolte da Riccardo Arena, direttore di Radio Carcere. Sulle cause della morte sono state avviate le indagini del caso: la prima ipotesi è quella di una overdose di droga, o di un mix letale di farmaci. Il giovane, che divideva la cella con un altro detenuto, si è accasciato improvvisamente sul pavimento ed ogni tentativo di soccorso è risultato vano. L’ultimo decesso di un detenuto nel carcere di Piacenza risaliva al 2 novembre 2009, quando si suicidò Isam Khaudri, tunisino di 22 anni.
lunedì 14 febbraio 2011
Detenuto muore in carcere a Chieti
Un detenuto è morto nella Casa circondariale di Chieti, in via Janni 33, alla periferia della città. Si chiamava Raffaele Busiello e avrbbe compiuto 28 anni il prossimo novembre. Originario di Napoli, detenuto a Chieti da circa 4 mesi, è presumibilmente morto tra le 23 di sabato 12 febbraio e le 4 del mattino di domenica 13. Lo hanno scoperto senza vita i compagni di cella. Domani l'autopsia chiarirà le cause del decesso, al momento l'ipotesi è quella di arresto cardiocircolatorio per infarto o altra causa. Era malato e sofferente per diverse patologie. Subito sono stati informati i familiari (che sono arrivati in carcere nella tarda mattinata di domenica), il direttore della Casa circondariale, il comandante, il medico legale, il magistrato di sorveglianza. Con la morte di Busiello diventano 15 i detenuti morti nelle carceri italiane dall'inizio dell'anno, 6 di loro avevano meno di 30 anni e altri 7 un’età compresa tra i 32 e i 39. Di questi, otto sono morti suicidi.
martedì 28 dicembre 2010
Le vite degli altri
E' uscito il numero 14 di Voci di Dentro. Molti dei testi sono riflessioni sul proprio vissuto e ricordi d'infanzia. Storie familiari passate e presenti, con uno sguardo al futuro...con speranze e fiducia. Il numero si intitola Le Vite degli Altri.
Qui l'editoriale di Francesco Lo Piccolo:
Per noi non ci devono essere muri. Soprattutto i muri interiori. E questo perché siamo convinti che non ci sono un noi e un loro, e non ci sono Altri da cui difendersi o da attaccare, conquistare o educare alla democrazia. Eppure questa volta, volutamente, in copertina abbiamo usato la parola Altri. Lo abbiamo fatto per raccontare Le Vite degli Altri che non sono quelle della foto con la famiglia ricca e felice con bambini adorati, auto di lusso, cani di nobile razza e governante, ma quelle reali, anche magari solo sognate, inseguite, copiate da questo o quel modello. Le vite dei detenuti. E non siamo noi a raccontarle, ma sono loro a raccontarsi. In prima persona. E a leggere si scopre quello che è ovvio. Che sono vite uguali a quelle di tutti: sono vite di padri e di figli che per poco, molto poco, sono finiti in carcere, appunto tra e con gli Altri. Finiti lì perché quello era l'ambiente in cui erano cresciuti e quella era la radice della loro esistenza, una radice che è come un marchio, come la stigma dell'ex detenuto, un marchio in una società congelata, disuguale e immobile dal punto di vista sociale, dove ancora oggi chi è figlio di notaio diventa notaio e chi è figlio di camorrista o rapinatore non può far altro che fare il lavoro del camorrista e del rapinatore, eccezioni a parte. Diventati quello che sono anche per scelta, se è stata davvero una scelta. Oppure finiti in carcere per il solo desiderio di cambiare, di lasciare miserie o guerre, e invece ricacciati indietro - scaduti dopo l'uso - e trasformati in clandestini e illegali, abbandonati alle organizzazioni criminali, in forza di leggi illegittime sia dal punto di vista giuridico (l'emigrazione è un diritto) che da quello morale. Pagina dopo pagina si scopre ancora quello che è ovvio: che sono Vite messe ai margini e non raccontate per quello che veramente sono, dipinte come emergenza quando l'emergenza non esiste visto che il numero dgli omicidi (500-600 all'anno in Italia- stime 2009) è in continua scesa. Vite sbattute a raffica sui giornali e sulla Tv della paura, riesumate a distanza di anni, sezionate e ricostruite con tanto di plastici dell'orrore. Dimenticando che una cosa è l'errore e un'altra cosa è l'errante il quale, come recita l'enciclica "Pacem in terris" è un essere umano, che conserva in ogni caso la sua dignità di persona e va considerato e trattato come si conviene a tanta dignità. Le Vite degli Altri sono anche vite sprecate, spesso distrutte, con gli affetti frantumati, figli e padri perduti, dimenticati nel vuoto e nel dolore. Vite separate giorno dopo giorno, come una pena che si aggiunge alla precedente. Con il risultato che ci sono figli che vanno a trovare i padri e che a loro volta, diventati grandi, riceveranno in carcere la visita dei loro figli. Con il risultato che nelle carceri italiane ci sono 59 donne madri che hanno in cella i loro figli piccoli sotto i tre anni. Vite disuguali per le quali il carcere non è e non sarà mai un deterrente. O comunque in misura del tutto inferiore ai risultati che invece si ottengono da pene alternative, affidamento, domiciliari. Le Vite degli Altri sono qui in queste pagine per dirci molto di più. Per dirci, tra l'altro, di come i figli pagano le colpe dei genitori, ma anche e soprattutto che alla fine c'è sempre un momento in cui un figlio chiederà scusa sapendo che “per quanto si possa cambiare - per fare il verso a Ben Affleck in The Town - nella vita bisognerà sempre pagare per ciò che si è fatto”. Perché come dice tra sé l'Ulisse Bernardini in Sangue mio “il destino è come la giustizia, ma non quella delle corti d'assise, ma quella scritta da una legge ben più interiore secondo la quale quando uno sceglie la propria vita sempre alla fine mette in conto che le proprie azioni finiscono in una bilancia in cui tutto si riequilibra...e quel momento devi avere il coraggio di affrontarlo”.
martedì 21 dicembre 2010
Ricordi d'infanzia
di Leomax*
Chieti - Ricordo il primo giorno di scuola, avevo un grembiule nero con un colletto bianco e un fiocco azzurro ed ero molto contento, come lo era mia madre. Fino alla terza elementare andavo bene. Sapevo scrivere e il maestro era contento di me, anche perché sapeva che i miei genitori facevano molti sacrifici. Purtroppo conobbi due miei coetanei che facevano una vita differente dalla mia. Avevano soldi per la pizza, andavano al cinema, erano molto più liberi, e io ne rimasi affascinato e diventai loro amico.
Chieti - Ricordo il primo giorno di scuola, avevo un grembiule nero con un colletto bianco e un fiocco azzurro ed ero molto contento, come lo era mia madre. Fino alla terza elementare andavo bene. Sapevo scrivere e il maestro era contento di me, anche perché sapeva che i miei genitori facevano molti sacrifici. Purtroppo conobbi due miei coetanei che facevano una vita differente dalla mia. Avevano soldi per la pizza, andavano al cinema, erano molto più liberi, e io ne rimasi affascinato e diventai loro amico.
domenica 12 dicembre 2010
Detenuto di Chieti assunto in fabbrica
Dal 4 ottobre un detenuto del carcere di Chieti ha preso servizio presso l’azienda Walter Tosto: magazziniere a part-time con contratto di formazione e tirocinio e ottime possibilità di proroga. Succede quando si uniscono forze e sensibilità, che spesso restano fuori dai riflettori, perché si fa spazio solo alla valenza negativa del colpevole, dimenticandosi che chi sbaglia lo ha fatto una volta, ma la possibilità di redenzione non può essergli preclusa.
lunedì 22 novembre 2010
Un minuto da detenuto
Dal Messaggero, edizione Abruzzo del 22/11/2010
di Stefania Ortolano
Tre letti a castello, tre armadietti, un gabinetto alla turca, una scatola di sardine bucherellata e usata come grattugia per il formaggio, una scatola di tonno tagliata e usata come pelapatate... Questi alcuni degli "ingredienti" della cella, due metri per tre, un cubicolo per tre persone, portata in piazza Vico a Chieti dalla Onlus Voci di dentro, allestita dai detenuti di Chieti e Vasto, con le suppellettili fornite dal Direzione delle case circondariali. Fedele riproduzione di una cella.
di Stefania Ortolano
Tre letti a castello, tre armadietti, un gabinetto alla turca, una scatola di sardine bucherellata e usata come grattugia per il formaggio, una scatola di tonno tagliata e usata come pelapatate... Questi alcuni degli "ingredienti" della cella, due metri per tre, un cubicolo per tre persone, portata in piazza Vico a Chieti dalla Onlus Voci di dentro, allestita dai detenuti di Chieti e Vasto, con le suppellettili fornite dal Direzione delle case circondariali. Fedele riproduzione di una cella.
martedì 9 novembre 2010
Un minuto da detenuto
Un minuto da detenuto. Dietro la rima l’angoscia delle giornate dietro le sbarre e la realtà delle carceri italiane con quasi 70 mila presenze, 30 mila più del previsto. L’iniziativa, organizzata da Voci di Dentro Onlus, ricalca un evento presentato già in altre città: la cella in piazza. La struttura è in mostra fino al 25 novembre in piazza Vico a Chieti e dal 26 al 28 a Palazzo D’Avalos a Vasto. L’iniziativa è patrocinata dalla Provincia di Chieti, dai Comuni di Chieti e di Vasto, dagli ordini forensi delle due città, dal Centro Polivalente immigrati. Con l’appoggio di Caritas e Case circondariali...
giovedì 4 novembre 2010
statistiche
Solo 25 carceri su 207 ospitano un numero di detenuti pari o inferiore alla capienza regolamentare. Le carceri italiane sono così giunte a una situazione che è non più accettabile. Alla data del 31 ottobre 2010 i detenuti presenti nelle carceri italiane sono 68.795 (3013 donne) mentre la capienza tollerabile regolamentare è di 44.962 persone, di questi 25.364 sono stranieri. Celle da quattro diventano da sei o addirittura da otto detenuti, alle volte si dorme direttamente per terra, lo spazio vitale va da due a tre metri quadrati a persona. Per mangiare o andare in gabinetto si deve fare a turno; anche per scendere dalla branda bisogna accordarsi con gli altri.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha recentemente condannato l’Italia per trattamenti disumani e degradanti a cui sono sottoposti i detenuti nel nostro Paese.
dati statistici al 31 0ttobre 2010
In carcere si entra sempre più facilmente: nel 1991, come fa sapere Magistratura Democratica, gli ingressi erano stati 75mila, nel 2000 81mila e, oggi sono a quota 88mila. Molti si risolvono in detenzioni brevissime: negli ultimi anni tra le 15 e le 20mila persone sono entrate in carcere per restarvi solo due giorni. In generale la popolazione carceraria è in larghissima parte costituita da persone in condizioni di minorità sociale: stranieri, tossicodipendenti, alcol - dipendenti, persone con ridotto grado di scolarità, disoccupati.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha recentemente condannato l’Italia per trattamenti disumani e degradanti a cui sono sottoposti i detenuti nel nostro Paese.
martedì 2 novembre 2010
I giornali in carcere, tesi di laurea
"Il giornalismo carcerario, analisi degli organi di informazione dei detenuti", questo il titolo della tesi di laurea di Gianluca Modolo, laureando in Comunicazione, facoltà di Lettere all'Università di Padova, relatore il professor Raffaele Fiengo. Un volume di 165 pagine, un viaggio tra i giornali scritti in carcere, giornali "importanti - scrive l'autore - per il collegamento che operano tra il dentro e il fuori, per affermare il carcere come tema di interesse collettivo, per sensibilizzare il mondo fuori le mura". E alle pagine 84 e 85 si parla anche di Voci di Dentro. Qui la tesi
giovedì 21 ottobre 2010
graziano, l'ultima intervista
Graziano Scialpi è morto il 14 ottobre a 48 anni in ospedale a Padova: detenuto al carcere Due Palazzi da un anno si lamentava perché voleva essere visitato e curato. Un anno passato con dolori lancinanti, aspettando di essere portato in ospedale per una risonanza magnetica. Ma in ospedale è arrivato solo quando gli si sono paralizzate le gambe, e ormai c’era poco da fare. In carcere i medici gli davano il Voltaren, ma aveva un tumore. Qui la sua intervista del 28 settembre a Riccardo Arena di Radiocarcere.
chi era Graziano Scialpi detto Dado
chi era Graziano Scialpi detto Dado
venerdì 15 ottobre 2010
In articolo 21 per studiare
Da alcuni giorni due detenuti della casa circondariale di Vasto, un cittadino straniero e uno italiano, escono in "articolo 21" per poter frequentare le lezioni in un istituto privato e così poter proseguire gli studi per il diploma di scuola superiore. Per i due, uno dei quali segue anche il laboratorio di giornalismo che settimanalmente si tiene in carcere, è un sogno diventato realtà anche grazie al contributo per le spese di iscrizione sostenute dalla Caritas Chieti-Vasto, da uno sponsor privato e da un'associazione di volontariato di Chieti.
martedì 5 ottobre 2010
Il senso della dignità
“Quando le condizioni delle carceri e delle prigioni non tendono al processo di riconquista del senso della dignità, con i doveri ad essa correlati, le istituzioni mancano di perseguire uno dei loro fini essenziali”. (6 settembre 2007, Benedetto XVI, Castel Gandolfo, 12° Congresso mondiale della Commissione cattolica internazionale per la pastorale dei carcerati).
sabato 25 settembre 2010
Diritto Penitenziario/Brunetti-Ziccone
Il dottor Carlo Brunetti, docente alla Seconda Università di Napoli di Diritto Penitenziario nel Master di II livello in “Discipline Socio-Penitenziarie e Criminologiche” e direttore della Casa circondariale di Vasto, è autore - con il dottor Marcello Ziccone, funzionario presso il ministero della Giustizia - del volume Diritto penitenziario - Manuale per la preparazione ai concorsi nell’amministrazione penitenziaria. Si tratta di una saggio di seicento pagine intese come strumento di studio e di consultazione per avvocati penalisti, magistrati, agenti di polizia penitenziaria e per coloro che si apprestano a prepararsi ai concorsi per operatore penitenziario. Dunque un libro - con tanto di quiz di autovalutazione - per addetti ai lavori, ma anche, ed è qui l’altra forza di questo volume, utilissimo a chi si avvicina per la prima volta a questa materia, e a chiunque abbia a cuore la conoscenza delle leggi e delle scienze penitenziarie, che hanno, come affermano nella prefazione gli autori, “pur sempre l’uomo come protagonista assoluto, con i suoi interrogativi, con la sua possibilità di scelta tra il bene e il male, con la sua libertà eventualmente di cambiare e di riscattarsi”. Perché, come aveva sostenuto il dottor Brunetti presentando sei anni fa a Firenze la prima edizione del manuale, “il carcere oltre che ricevere deve offrire…[ovvero] dare al detenuto la possibilità di ricostruire la prospettiva di un futuro diverso”.
venerdì 24 settembre 2010
Angiolo Marroni a Radio Vaticana
Riportiamo qui un passaggio dell’intervista del garante dei detenuti Angiolo Marroni a Radio Vaticana lo scorso agosto, all'indomani di uno dei tanti suicidi in carcere: “E’ un quadro desolante, drammatico, tragico. Il carcere è affollato: c’è il doppio della capienza regolamentare. Si affolla sempre di più ed è sempre più invivibile. Il personale, durante questo periodo estivo, è ridotto ai minimi termini. Poi si aggiunge la malasanità. I detenuti soffrono le stesse condizioni dei cittadini che aspettano di essere curati, ma è chiaro che non hanno alternative. Quindi sono più deboli. E’ un quadro tragico, per cui non so immaginare una soluzione, se non quella di riformare totalmente il codice penale”. clicca qui per ascoltare l'intervista integrale
venerdì 17 settembre 2010
Io e mio padre
Qui un testo di Giusppe Festinese pubblicato sull'ultimo numero della rivista:
Notte, non riesco a dormire, sto alla finestra, fuori piove e così comincio a pensare a mio padre, Antonio, morto ammazzato nel… ma non voglio dire altro su questo. D’un tratto comincio a fantasticare, immagino un mondo diverso dal solito, cioè un mondo dove quando tuo padre muore, invece che avere la solita eredità fatta di cose, tipo case, soldi, vestiti...
domenica 5 settembre 2010
il video-dibattito
Non solo musica al Rototom Free dello scorso 2 e 3 luglio al Parco del Cormor (Udine). Grazie ad Arcoiris tv qui il dibattito dal titolo "Carceri e inferni, il sistema penitenziario italiano. Con Franco Corleone (garante dei detenuti di Firenze), don Don Gallo in collegamento telefonico (fondatore Comunità S. Benedetto), Ilaria Cucchi (sorella di Stefano), Furio Honsell (sindaco di Udine), Angelo Maria Perrino (direttore de www.affaritaliani.it), Guido Calvi (avvocato).
clicca qui per vedere il video da arcoiris.tv
clicca qui per vedere il video da arcoiris.tv
mercoledì 1 settembre 2010
Cooperative sociali, a Pavia si fa così
Pavia: ha da poco festeggiato i 10 anni di attività la cooperativa sociale “Il Convoglio”, che offre ai detenuti possibilità di lavoro e reinserimento. “Il Convoglio” ha mosso i suoi primi passi grazie all’intuito dell’allora cappellano Don Stefano Penna e di Madre Carolina Magni. Lo scopo era rispondere all’esigenza di creare occupazione all’interno del carcere e favorire il reinserimento dei detenuti.
altre informazioni qui: Caritas Pavia/il convoglio e qui: la stazione delle biciclette
altre informazioni qui: Caritas Pavia/il convoglio e qui: la stazione delle biciclette
mercoledì 18 agosto 2010
Tortora: il carcere, una coperta di oblio...
"...Il carcere, una coperta di oblio che copre tutto, che piano piano ti trasforma in muschio, ti trasforma in niente". Parole di Enzo Tortora scritte in una lettera inviata il 17 settembre '83 a Francesca Scopelliti, presidente della Fondazione Enzo Tortora, e lette in un dibattito organizzato dalla Camera penale di Roma lo scorso 7 luglio.Situazione carceri italiane qui tutti i dati al 31 luglio 10
venerdì 13 agosto 2010
Ferragosto in carcere
di Ivano Placido
(Pescara) - Alle 9 puntuali davanti il cancello di via S. Donato eravamo in 5: l'on Giovanni Bachelet accompagnato dall'avv. Fabio Nieddu, garante dei detenuti del Comune di Pescara; Maria Rosaria La Morgia con un operatore per un servizio per la Rai ed io. L'iniziativa "Ferragosto in carcere" è alla seconda edizione, è stata lanciata dai Radicali a cui hanno aderito anche altri e si svolge nei giorni 13-14 e 15 Agosto.
(Pescara) - Alle 9 puntuali davanti il cancello di via S. Donato eravamo in 5: l'on Giovanni Bachelet accompagnato dall'avv. Fabio Nieddu, garante dei detenuti del Comune di Pescara; Maria Rosaria La Morgia con un operatore per un servizio per la Rai ed io. L'iniziativa "Ferragosto in carcere" è alla seconda edizione, è stata lanciata dai Radicali a cui hanno aderito anche altri e si svolge nei giorni 13-14 e 15 Agosto.
mercoledì 4 agosto 2010
Storie di dentro e di fuori
Un progetto lavoro per quattro detenuti a Pescara; la storia di Enrichetto in carcere ai domiciliari perché in bici in stato di ebbrezza e poi in cella vera perché evaso da casa; un ricordo di Elvira Sellerio che nel 2001 decise di donare 63mila volumi alle biblioteche dei penitenziari italiani.
lunedì 2 agosto 2010
Lavoro in carcere, la storia di Giuseppe Ongaro
Giuseppe Ongaro è un imprenditore veronese di 68 anni. Imprenditore particolare: ha aperto un'azienda dentro il carcere di Verona e ha assunto 68 carcerati, 6 ore al giorno, paghe da 380 a 540 euro netti. La sua ditta si chiama "Lavoro & futuro Srl" e ora sta progettando di aprire altre sedi nelle Case circondariali di Vicenza, Trento, Ferrara e Castelfranco Emilia. A Stefano Lorenzetto, giornalista de Il giornale che racconta questa storia dice: "Sono convinto che si debba lavorare per il bene della società. Tu vivi in funzione degli altri. Una volta rinchiusi ai detenuti nessuno ci pensa più, la galera diventa una pattumiera...."
venerdì 30 luglio 2010
Lo scaffale interculturale
da la festa dei popoli chieti "Nuovamente fruibile dai cittadini italiani e stranieri residenti in Provincia di Chieti lo Scaffale interculturale del Centro Polivalente per gli Immigrati della Provincia di Chieti. Lo Scaffale interculturale, inaugurato nel 2008 grazie al contributo della Regione Abruzzo, trova una nuova collocazione negli spazi del Centro Polivalente per Immigrati di Chieti ubicati presso la Caritas Diocesana in Via C. De Lollis, 54 (Casa Mater Populi Teatini). Nello scaffale si possono trovare grammatiche e testi di lingua e dizionari, saggistica sui temi dell'interculturalità, politiche di integrazione, rapporti sullo stato dell'immigrazione in Italia, materiale di orientamento sui diritti di cittadinanza e sul territorio, riviste e materiale generale per una prima informazione sulle altre culture, supporti per la didattica in contesti multiculturali, bibliografia e narrativa straniera in lingua italiana e nelle lingue originali.
Lo scaffale è accessibile tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e nel pomeriggio dalle 16 alle 18.
info: 0871349406 - 3881080053"
Lo scaffale è accessibile tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e nel pomeriggio dalle 16 alle 18.
info: 0871349406 - 3881080053"
La solidarietà ha fatto gol
un articolo della dottoressa Paola Cerella:
Vasto - 19.795 grazie a tutti voi che, con il vostro sostegno e la vostra partecipazione, avete reso possibile la realizzazione di un piccolo sogno: quello di dotare la Casa Circondariale di Vasto di un’area sportiva per i detenuti, la cui rieducazione non può non passare attraverso attività di lavoro e anche sportive. Sono stati, infatti, ben 19.795 gli euro raccolti con la Partita del Cuore che, lo scorso 20 luglio, ha visto scendere in campo allo stadio Aragona di Vasto la Nazionale Italiana Famosi e una rappresentativa della Casa Circondariale.
Vasto - 19.795 grazie a tutti voi che, con il vostro sostegno e la vostra partecipazione, avete reso possibile la realizzazione di un piccolo sogno: quello di dotare la Casa Circondariale di Vasto di un’area sportiva per i detenuti, la cui rieducazione non può non passare attraverso attività di lavoro e anche sportive. Sono stati, infatti, ben 19.795 gli euro raccolti con la Partita del Cuore che, lo scorso 20 luglio, ha visto scendere in campo allo stadio Aragona di Vasto la Nazionale Italiana Famosi e una rappresentativa della Casa Circondariale.
sabato 24 luglio 2010
Voci di Dentro e Chieti Integra
Voci di Dentro (con Caritas Chieti, Centro Solidarietà Iapa, Cvm Abruzzo, Associazione Cea, Alpha Coop Sociale e A.Pro.Be.S Onlus) è partner di “Chieti Integra”, il progetto sostenuto dal Centro polivalente immigrati della Provincia di Chieti finalizzato a iniziative di accoglienza, residenzialità, segretariato sociale e supporto ad personam a cittadini stranieri e non. Vedi scheda dati stranieri
Voci di Dentro, oltre alla pubblicazione della rivista, ha attivato presso la Casa circondariale di Chieti un servizio informativo e di sostegno al fine di facilitare la comprensione, lo scambio e l’integrazione tra abitudini, problematiche e sensibilità. Un socio dell’Associazione e volontario della Caritas Diocesana di Chieti-Vasto raccoglie – una volta alla settimana - le richieste d’aiuto morale e materiale degli stranieri aiutandoli nella risoluzione di problemi pratici: vestiario, lavoro e abitazione. Analogo servizio informativo e su supporto viene svolto, su richiesta e in accordo con gli educatori, anche nella Casa circondariale di Vasto. L’iniziativa a breve partirà anche presso il carcere di Lanciano.
Voci di Dentro, inoltre, organizza anche cineforum a tema (legalità, integrazione culturale, immigrazione); progetti sulla legalità: introduzione alla costituzione italiana, educazione civica, storia e analisi del diritto; lezioni con specialisti di materia (musica, pittura, giornalismo, letteratura, etc); spettacoli teatrali e musicali, incontri con le scolaresche, esibizioni all’interno del carcere di artisti locali; laboratorio teatrale e laboratori artigianali.
Tra le ultime attività: convegno in carcere a Chieti con il presidente dell’Ordine dei giornalisti Stefano Pallotta su “informazione e Giustizia”, spettacolo musicale con ‘Nduccio; visita di alcuni detenuti ad Ari, il paese della memoria, e incontro con il professore Luigi Orsini, avvocato e docente di Diritto.
Voci di Dentro, oltre alla pubblicazione della rivista, ha attivato presso la Casa circondariale di Chieti un servizio informativo e di sostegno al fine di facilitare la comprensione, lo scambio e l’integrazione tra abitudini, problematiche e sensibilità. Un socio dell’Associazione e volontario della Caritas Diocesana di Chieti-Vasto raccoglie – una volta alla settimana - le richieste d’aiuto morale e materiale degli stranieri aiutandoli nella risoluzione di problemi pratici: vestiario, lavoro e abitazione. Analogo servizio informativo e su supporto viene svolto, su richiesta e in accordo con gli educatori, anche nella Casa circondariale di Vasto. L’iniziativa a breve partirà anche presso il carcere di Lanciano.
Voci di Dentro, inoltre, organizza anche cineforum a tema (legalità, integrazione culturale, immigrazione); progetti sulla legalità: introduzione alla costituzione italiana, educazione civica, storia e analisi del diritto; lezioni con specialisti di materia (musica, pittura, giornalismo, letteratura, etc); spettacoli teatrali e musicali, incontri con le scolaresche, esibizioni all’interno del carcere di artisti locali; laboratorio teatrale e laboratori artigianali.
Tra le ultime attività: convegno in carcere a Chieti con il presidente dell’Ordine dei giornalisti Stefano Pallotta su “informazione e Giustizia”, spettacolo musicale con ‘Nduccio; visita di alcuni detenuti ad Ari, il paese della memoria, e incontro con il professore Luigi Orsini, avvocato e docente di Diritto.
mercoledì 21 luglio 2010
A Vasto la partita del cuore
da vastoweb: "Vasto - Uno stadio Aragona gremito è stata la cornice della Partita del Cuore, tra la Nazionale Italiana Famosi e la Casa Circondariale di Vasto. L'evento di solidarietà, che ha avuto come coordinatrice l'insegnante Miranda Sconosciuto, era finalizzato alla raccolta di fondi per le strutture sportive del carcere di Vasto.
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