"L’estate scorsa ero a Roma per accudire mio padre. Mi sono presa due giorni
di “permesso” per andare a Pescara. Andavo a rincontrare una cara
amica, compagna di scuola alle medie e ritrovata grazie a facebook. Ero
quindi nell’autobus emozionata per l'incontro quando, lasciata da
qualcuno, ho visto su un sedile una rivista. “Voci di dentro” era il nome.
E’ stata attrazione a prima vista. Non sapevo a cosa si riferisse ma quelle
figure di donne mal truccate e col cappuccio sono state una calamita per
me. Ero quasi arrivata a destino sicchè ho preso la rivista e l’ho portata
con me a Miami. E’ qui che l’ho letta. Sapevo che doveva essere qualcosa
di prezioso perché quando sento queste forze cosi poderose che mi
spingono a fare qualcosa, come prendere la rivista e non lasciarla, è
sempre perché c’è qualcosa di molto speciale coinvolto.
Quando ho iniziato a leggere la rivista non mi sono potuta fermare. Non ho
solo ascoltato queste “voci di dentro”, ma le ho sentite, le ho assorbite. Ora
fanno parte di me. Sento che possono parlare attraverso me. Sicché ho
fatto uscire le loro parole nella miglior forma che ho per comunicare quello
che sento: attraverso la pittura.
Ho dipinto il volto di una persona qualunque, senza che se ne capisca la
razza, il sesso o l’età. Una bocca grande, spalancata, fa uscire il suo grido,
la sua “voce di dentro”. Nella testa: un cavallo bianco, simbolo della liberta’
che è sempre nella mente. Ai piedi del quadro le donne col cappuccio con
i tristi numeri: 7 i morti asfissiati dal gas, 26 i detenuti impiccati...
Gli occhi però sono aperti, per vedere il futuro e verdi, del colore della
speranza. Ed è da quegli occhi che escono gocce d’argento che si
espandono, e diventano sempre piu grandi come simbolo di un futuro
prezioso.
Ho voluto scrivervi, non so nemmeno bene dove, e mandarvi una fotografia
del quadro. Se il quadro piace o no, non ha importanza. L’importante è
che quelle “voci di dentro” sappiano che le loro voci arrivano a chi sta
"fuori" e arrivano lontano, oltrepassano l'oceano e camminano senza fermarsi.
Parleranno nelle mie mostre, a Miami e a New York e, attraverso il mio sito
web, voleranno nello spazio cibernetico dove non esiste nè il dentro nè il fuori".
amica, compagna di scuola alle medie e ritrovata grazie a facebook. Ero
quindi nell’autobus emozionata per l'incontro quando, lasciata da
qualcuno, ho visto su un sedile una rivista. “Voci di dentro” era il nome.
E’ stata attrazione a prima vista. Non sapevo a cosa si riferisse ma quelle
figure di donne mal truccate e col cappuccio sono state una calamita per
me. Ero quasi arrivata a destino sicchè ho preso la rivista e l’ho portata
con me a Miami. E’ qui che l’ho letta. Sapevo che doveva essere qualcosa
di prezioso perché quando sento queste forze cosi poderose che mi
spingono a fare qualcosa, come prendere la rivista e non lasciarla, è
sempre perché c’è qualcosa di molto speciale coinvolto.
Quando ho iniziato a leggere la rivista non mi sono potuta fermare. Non ho
solo ascoltato queste “voci di dentro”, ma le ho sentite, le ho assorbite. Ora
fanno parte di me. Sento che possono parlare attraverso me. Sicché ho
fatto uscire le loro parole nella miglior forma che ho per comunicare quello
che sento: attraverso la pittura.
Ho dipinto il volto di una persona qualunque, senza che se ne capisca la
razza, il sesso o l’età. Una bocca grande, spalancata, fa uscire il suo grido,
la sua “voce di dentro”. Nella testa: un cavallo bianco, simbolo della liberta’
che è sempre nella mente. Ai piedi del quadro le donne col cappuccio con
i tristi numeri: 7 i morti asfissiati dal gas, 26 i detenuti impiccati...
Gli occhi però sono aperti, per vedere il futuro e verdi, del colore della
speranza. Ed è da quegli occhi che escono gocce d’argento che si
espandono, e diventano sempre piu grandi come simbolo di un futuro
prezioso.
Ho voluto scrivervi, non so nemmeno bene dove, e mandarvi una fotografia
del quadro. Se il quadro piace o no, non ha importanza. L’importante è
che quelle “voci di dentro” sappiano che le loro voci arrivano a chi sta
"fuori" e arrivano lontano, oltrepassano l'oceano e camminano senza fermarsi.
Parleranno nelle mie mostre, a Miami e a New York e, attraverso il mio sito
web, voleranno nello spazio cibernetico dove non esiste nè il dentro nè il fuori".
Mila Tapperi
il quadro di Mila Tapperi Hajjar (dal sito www.milahajjar.com) |
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