venerdì 17 settembre 2010

Io e mio padre

Qui un testo di Giusppe Festinese pubblicato sull'ultimo numero della rivista:
Notte, non riesco a dormire, sto alla finestra, fuori piove e così comincio a pensare a mio padre, Antonio, morto ammazzato nel… ma non voglio dire altro su questo. D’un tratto comincio a fantasticare, immagino un mondo diverso dal solito, cioè un mondo dove quando tuo padre muore, invece che avere la solita eredità fatta di cose, tipo case, soldi, vestiti...
...penso che in questo mondo immaginario potresti scegliere cosa prenderti non da tuo padre, ma di tuo padre, tipo carattere, carisma, sapienza, forza, coraggio, insomma, qualcosa di vero. Allora mi rendo conto di non sapere affatto chi era mio padre, mi accorgo di non conoscerlo per niente. Provo a pensare, ma non so nemmeno che piatto preferiva, quale colore gli piaceva indossare, quale musica ascoltava… insomma: chi cazzo era l’uomo a cui è rivolto il mio pensiero. Perché sono triste per lui, che cosa c’era veramente? E mentre ci penso e continuo a chiedermi queste cose arriva, forse portata dal vento, una domanda, che mi prende come un leone prende la sua preda: che cosa prenderà da me mia figlia quando non ci sarò più? Provo a pensare come se volessi consigliarla, ma ancora una volta la mia mente mi gioca un brutto scherzo e allora mi chiedo chi sono io? Cosa mi piace davvero? Continuano a cadere domande a cui non trovo risposte. L’unica risposta è che, a parte mio padre, io non conosco nemmeno me stesso.

Fuori continua a piovere. Io sto in silenzio e ascolto la pioggia. C’è una strana pace attorno alle cose. Forse Palomino aveva ragione. Palomino è un ragazzo colombiano che ho conosciuto durante il mio soggiorno nelle carceri tedesche. Mi diceva che quando piove bisogna stare in silenzio, perché è quello il momento in cui Dio feconda ogni cosa sulla terra e quindi bisogna portare rispetto per l’unico vero atto d’amore a cui si possa assistere. Vorrei smettere di pensare, vorrei solo che a qualcuno venga la voglia di conoscere davvero i suoi affetti e non solo quelli di genitori, figli e fratelli, ma di qualcosa più importante… cercate in tutti i modi di conoscere voi stessi.

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