martedì 28 dicembre 2010

Le vite degli altri

E' uscito il numero 14 di Voci di Dentro. Molti dei testi sono riflessioni sul proprio vissuto e ricordi d'infanzia. Storie familiari passate e presenti, con uno sguardo al futuro...con speranze e fiducia. Il numero si intitola Le Vite degli Altri.
Qui l'editoriale di Francesco Lo Piccolo:
Per noi non ci devono essere muri. Soprattutto i muri interiori. E questo perché siamo convinti che non ci sono un noi e un loro, e non ci sono Altri da cui difendersi o da attaccare, conquistare o educare alla democrazia. Eppure questa volta, volutamente, in copertina abbiamo usato la parola Altri. Lo abbiamo fatto per raccontare Le Vite degli Altri che non sono quelle della foto con la famiglia ricca e felice con bambini adorati, auto di lusso, cani di nobile razza e governante, ma quelle reali, anche magari solo sognate, inseguite, copiate da questo o quel modello. Le vite dei detenuti. E non siamo noi a raccontarle, ma sono loro a raccontarsi. In prima persona. E a leggere si scopre quello che è ovvio. Che sono vite uguali a quelle di tutti: sono vite di padri e di figli che per poco, molto poco, sono finiti in carcere, appunto tra e con gli Altri. Finiti lì perché quello era l'ambiente in cui erano cresciuti e quella era la radice della loro esistenza, una radice che è come un marchio, come la stigma dell'ex detenuto, un marchio in una società congelata, disuguale e immobile dal punto di vista sociale, dove ancora oggi chi è figlio di notaio diventa notaio e chi è figlio di camorrista o rapinatore non può far altro che fare il lavoro del camorrista e del rapinatore, eccezioni a parte. Diventati quello che sono anche per scelta, se è stata davvero una scelta. Oppure finiti in carcere per il solo desiderio di cambiare, di lasciare miserie o guerre, e invece ricacciati indietro - scaduti dopo l'uso - e trasformati in clandestini e illegali, abbandonati alle organizzazioni criminali, in forza di leggi illegittime sia dal punto di vista giuridico (l'emigrazione è un diritto) che da quello morale. Pagina dopo pagina si scopre ancora quello che è ovvio: che sono Vite messe ai margini e non raccontate per quello che veramente sono, dipinte come emergenza quando l'emergenza non esiste visto che il numero dgli omicidi (500-600 all'anno in Italia- stime 2009) è in continua scesa. Vite sbattute a raffica sui giornali e sulla Tv della paura, riesumate a distanza di anni, sezionate e ricostruite con tanto di plastici dell'orrore. Dimenticando che una cosa è l'errore e un'altra cosa è l'errante il quale, come recita l'enciclica "Pacem in terris" è un essere umano, che conserva in ogni caso la sua dignità di persona e va considerato e trattato come si conviene a tanta dignità. Le Vite degli Altri sono anche vite sprecate, spesso distrutte, con gli affetti frantumati, figli e padri perduti, dimenticati nel vuoto e nel dolore. Vite separate giorno dopo giorno, come una pena che si aggiunge alla precedente. Con il risultato che ci sono figli che vanno a trovare i padri e che a loro volta, diventati grandi, riceveranno in carcere la visita dei loro figli. Con il risultato che nelle carceri italiane ci sono 59 donne madri che hanno in cella i loro figli piccoli sotto i tre anni. Vite disuguali per le quali il carcere non è e non sarà mai un deterrente. O comunque in misura del tutto inferiore ai risultati che invece si ottengono da pene alternative, affidamento, domiciliari. Le Vite degli Altri sono qui in queste pagine per dirci molto di più. Per dirci, tra l'altro, di come i figli pagano le colpe dei genitori, ma anche e soprattutto che alla fine c'è sempre un momento in cui un figlio chiederà scusa sapendo che “per quanto si possa cambiare - per fare il verso a Ben Affleck in The Town - nella vita bisognerà sempre pagare per ciò che si è fatto”. Perché come dice tra sé l'Ulisse Bernardini in Sangue mio “il destino è come la giustizia, ma non quella delle corti d'assise, ma quella scritta da una legge ben più interiore secondo la quale quando uno sceglie la propria vita sempre alla fine mette in conto che le proprie azioni finiscono in una bilancia in cui tutto si riequilibra...e quel momento devi avere il coraggio di affrontarlo”.



martedì 21 dicembre 2010

Ricordi d'infanzia

di Leomax*
Chieti - Ricordo il primo giorno di scuola, avevo un grembiule nero con un colletto bianco e un fiocco azzurro ed ero molto contento, come lo era mia madre.  Fino alla terza elementare andavo bene.  Sapevo scrivere e il maestro era contento di me, anche perché sapeva che i miei genitori facevano molti sacrifici. Purtroppo conobbi due miei coetanei che facevano una vita differente dalla mia. Avevano soldi per la pizza, andavano al cinema, erano molto più liberi, e io ne rimasi affascinato e diventai loro amico.

domenica 12 dicembre 2010

Detenuto di Chieti assunto in fabbrica

Dal 4 ottobre un detenuto del carcere di Chieti ha preso servizio presso l’azienda Walter Tosto: magazziniere a part-time con contratto di formazione e tirocinio e ottime possibilità di proroga. Succede quando si uniscono forze e sensibilità, che spesso restano fuori dai riflettori, perché si fa spazio solo alla valenza negativa del colpevole, dimenticandosi che chi sbaglia lo ha fatto una volta, ma la possibilità di redenzione non può essergli preclusa.

lunedì 22 novembre 2010

Un minuto da detenuto

Dal Messaggero, edizione Abruzzo del 22/11/2010

di Stefania Ortolano

Tre letti a castello, tre armadietti, un gabinetto alla turca, una scatola di sardine bucherellata e usata come grattugia per il formaggio, una scatola di tonno tagliata e usata come pelapatate... Questi alcuni degli "ingredienti" della cella, due metri per tre, un cubicolo per tre persone, portata in piazza Vico a Chieti dalla Onlus Voci di dentro, allestita dai detenuti di Chieti e Vasto, con le suppellettili fornite dal Direzione delle case circondariali. Fedele riproduzione di una cella.

martedì 9 novembre 2010

Un minuto da detenuto

Un minuto da detenuto. Dietro la rima l’angoscia delle giornate dietro le sbarre e la realtà delle carceri italiane con quasi 70 mila presenze, 30 mila più del previsto. L’iniziativa, organizzata da Voci di Dentro Onlus, ricalca un evento presentato già in altre città: la cella in piazza. La struttura è in mostra fino al 25 novembre in piazza Vico a Chieti e dal 26 al 28 a Palazzo D’Avalos a Vasto. L’iniziativa è patrocinata dalla Provincia di Chieti, dai Comuni di Chieti e di Vasto, dagli ordini forensi delle due città, dal Centro Polivalente immigrati. Con l’appoggio di Caritas e Case circondariali...

giovedì 4 novembre 2010

statistiche

 Solo 25 carceri su 207 ospitano un numero di detenuti pari o inferiore alla capienza regolamentare. Le carceri italiane sono così giunte a una situazione che è non più accettabile. Alla data del 31 ottobre 2010 i detenuti presenti nelle carceri italiane sono 68.795 (3013 donne) mentre la capienza tollerabile regolamentare è di  44.962 persone, di questi 25.364 sono stranieri. Celle da quattro diventano da sei o addirittura da otto detenuti, alle volte si dorme direttamente per terra, lo spazio vitale va da due a tre metri quadrati a persona. Per mangiare o andare in gabinetto si deve fare a turno; anche per scendere dalla branda bisogna accordarsi con gli altri.

In carcere si entra sempre più facilmente: nel 1991, come fa sapere Magistratura Democratica, gli ingressi erano stati 75mila, nel 2000 81mila e, oggi sono a quota 88mila. Molti si risolvono in detenzioni brevissime: negli ultimi anni tra le 15 e le 20mila persone sono entrate in carcere per restarvi solo due giorni. In generale la popolazione carceraria è in larghissima parte costituita da persone in condizioni di minorità sociale: stranieri, tossicodipendenti, alcol - dipendenti, persone con ridotto grado di scolarità, disoccupati.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha recentemente condannato l’Italia per trattamenti disumani e degradanti a cui sono sottoposti i detenuti nel nostro Paese.

 dati statistici al 31 0ttobre 2010

martedì 2 novembre 2010

I giornali in carcere, tesi di laurea

"Il giornalismo carcerario, analisi degli organi di informazione dei detenuti", questo il titolo della tesi di laurea di Gianluca Modolo, laureando in Comunicazione, facoltà di Lettere all'Università di Padova, relatore il professor Raffaele Fiengo. Un volume di 165 pagine, un viaggio tra i giornali scritti in carcere, giornali "importanti - scrive l'autore - per il collegamento che operano tra il dentro e il fuori, per affermare il carcere come tema di interesse collettivo, per sensibilizzare il mondo fuori le mura". E alle pagine 84 e 85 si parla anche di Voci di Dentro. Qui la tesi

giovedì 21 ottobre 2010

graziano, l'ultima intervista

Graziano Scialpi è morto il 14 ottobre a 48 anni in ospedale a Padova: detenuto al carcere Due Palazzi da un anno si lamentava perché voleva essere visitato e curato. Un anno passato con dolori lancinanti, aspettando di essere portato in ospedale per una risonanza magnetica. Ma in ospedale è arrivato solo quando gli si sono paralizzate le gambe, e ormai c’era poco da fare. In carcere i medici gli davano il Voltaren, ma aveva un tumore. Qui la sua intervista del 28 settembre a Riccardo Arena di Radiocarcere.


chi era Graziano Scialpi detto Dado

venerdì 15 ottobre 2010

In articolo 21 per studiare

Da alcuni giorni due detenuti della casa circondariale di Vasto, un cittadino straniero e uno italiano, escono in "articolo 21" per poter frequentare le lezioni in un istituto privato e così poter proseguire gli studi per il diploma di scuola superiore. Per i due, uno dei quali segue anche il laboratorio di giornalismo che settimanalmente si tiene in carcere, è un sogno diventato realtà anche grazie al contributo per le spese di iscrizione sostenute dalla Caritas Chieti-Vasto, da uno sponsor privato e da un'associazione di volontariato di Chieti.

martedì 5 ottobre 2010

Il senso della dignità

“Quando le condizioni delle carceri e delle prigioni non tendono al processo di riconquista del senso della dignità, con i doveri ad essa correlati, le istituzioni mancano di perseguire uno dei loro fini essenziali”. (6 settembre 2007, Benedetto XVI, Castel Gandolfo, 12° Congresso mondiale della Commissione cattolica internazionale per la pastorale dei carcerati).

sabato 25 settembre 2010

Diritto Penitenziario/Brunetti-Ziccone

Il dottor Carlo Brunetti, docente alla Seconda Università di Napoli di Diritto Penitenziario nel Master di II livello in “Discipline Socio-Penitenziarie e Criminologiche”  e direttore della Casa circondariale di Vasto, è autore - con il dottor Marcello Ziccone, funzionario presso il ministero della Giustizia - del volume Diritto penitenziario - Manuale per la preparazione ai concorsi nell’amministrazione penitenziaria. Si tratta di una saggio di seicento pagine intese come strumento di studio e di consultazione per avvocati penalisti, magistrati, agenti di polizia penitenziaria e per coloro che si apprestano a prepararsi ai concorsi per operatore penitenziario. Dunque un libro - con tanto di quiz di autovalutazione - per addetti ai lavori, ma anche, ed è qui l’altra forza di questo volume, utilissimo a chi si avvicina per la prima volta a questa materia, e a chiunque abbia a cuore la conoscenza delle leggi e delle scienze penitenziarie, che hanno, come affermano nella prefazione gli autori, “pur sempre l’uomo come protagonista assoluto, con i suoi interrogativi, con la sua possibilità di scelta tra il bene e il male, con la sua libertà eventualmente di cambiare e di riscattarsi”. Perché, come aveva sostenuto il dottor Brunetti presentando sei anni fa a Firenze la prima edizione del manuale, “il carcere oltre che ricevere deve offrire…[ovvero] dare al detenuto la possibilità di ricostruire la prospettiva di un futuro diverso”.

venerdì 24 settembre 2010

Angiolo Marroni a Radio Vaticana

Riportiamo qui un passaggio dell’intervista del garante dei detenuti Angiolo Marroni a Radio Vaticana lo scorso agosto, all'indomani di uno dei tanti suicidi in carcere: “E’ un quadro desolante, drammatico, tragico. Il carcere è affollato: c’è il doppio della capienza regolamentare. Si affolla sempre di più ed è sempre più invivibile. Il personale, durante questo periodo estivo, è ridotto ai minimi termini. Poi si aggiunge la malasanità. I detenuti soffrono le stesse condizioni dei cittadini che aspettano di essere curati, ma è chiaro che non hanno alternative. Quindi sono più deboli. E’ un quadro tragico, per cui non so immaginare una soluzione, se non quella di riformare totalmente il codice penale”. clicca qui per ascoltare l'intervista integrale

venerdì 17 settembre 2010

qui a breve la nostra rassegna stampa

Io e mio padre

Qui un testo di Giusppe Festinese pubblicato sull'ultimo numero della rivista:
Notte, non riesco a dormire, sto alla finestra, fuori piove e così comincio a pensare a mio padre, Antonio, morto ammazzato nel… ma non voglio dire altro su questo. D’un tratto comincio a fantasticare, immagino un mondo diverso dal solito, cioè un mondo dove quando tuo padre muore, invece che avere la solita eredità fatta di cose, tipo case, soldi, vestiti...

domenica 5 settembre 2010

il video-dibattito

Non solo musica al Rototom Free dello scorso 2 e 3 luglio al Parco del Cormor (Udine). Grazie ad Arcoiris tv qui il dibattito dal titolo "Carceri e inferni, il sistema penitenziario italiano. Con Franco Corleone (garante dei detenuti di Firenze), don Don Gallo in collegamento telefonico (fondatore Comunità S. Benedetto), Ilaria Cucchi (sorella di Stefano), Furio Honsell (sindaco di Udine), Angelo Maria Perrino (direttore de www.affaritaliani.it), Guido Calvi (avvocato).

clicca qui per vedere il video da arcoiris.tv

mercoledì 1 settembre 2010

Cooperative sociali, a Pavia si fa così

Pavia: ha da poco festeggiato i 10 anni di attività la cooperativa sociale “Il Convoglio”, che offre ai detenuti possibilità di lavoro e reinserimento. “Il Convoglio” ha mosso i suoi primi passi grazie all’intuito dell’allora cappellano Don Stefano Penna e di Madre Carolina Magni. Lo scopo era rispondere all’esigenza di creare occupazione all’interno del carcere e favorire il reinserimento dei detenuti.

altre informazioni qui:  Caritas Pavia/il convoglio e qui:  la stazione delle biciclette

mercoledì 18 agosto 2010

Tortora: il carcere, una coperta di oblio...

"...Il carcere, una coperta di oblio che copre tutto, che piano piano ti trasforma in muschio, ti trasforma in niente". Parole di Enzo Tortora scritte in una lettera inviata il 17 settembre '83 a Francesca Scopelliti, presidente della Fondazione Enzo Tortora, e lette in un dibattito organizzato dalla Camera penale di Roma lo scorso 7 luglio.Situazione carceri italiane qui tutti i dati al 31 luglio 10

venerdì 13 agosto 2010

Ferragosto in carcere

di Ivano Placido 
(Pescara) - Alle 9 puntuali davanti il cancello di via S. Donato eravamo in 5: l'on Giovanni Bachelet accompagnato dall'avv. Fabio Nieddu, garante dei detenuti del Comune di Pescara; Maria Rosaria La Morgia con un operatore per un servizio per la Rai ed io. L'iniziativa "Ferragosto in carcere" è alla seconda edizione, è stata lanciata dai Radicali a cui hanno aderito anche altri e si svolge nei giorni 13-14 e 15 Agosto.

mercoledì 4 agosto 2010

Storie di dentro e di fuori

Un progetto lavoro per quattro detenuti a Pescara; la storia di Enrichetto in carcere ai domiciliari perché in bici in stato di ebbrezza e poi in cella vera perché evaso da casa; un ricordo di Elvira Sellerio che nel 2001 decise di donare 63mila volumi alle biblioteche dei penitenziari italiani.

lunedì 2 agosto 2010

Lavoro in carcere, la storia di Giuseppe Ongaro

Giuseppe Ongaro è un imprenditore veronese di 68 anni. Imprenditore particolare: ha aperto un'azienda dentro il carcere di Verona e ha assunto 68 carcerati, 6 ore al giorno, paghe da 380 a 540 euro netti. La sua ditta si chiama "Lavoro & futuro Srl" e ora sta progettando di aprire altre sedi nelle Case circondariali di Vicenza, Trento, Ferrara e Castelfranco Emilia. A Stefano Lorenzetto, giornalista de Il giornale che racconta questa storia dice: "Sono convinto che si debba lavorare per il bene della società. Tu vivi in funzione degli altri. Una volta rinchiusi ai detenuti nessuno ci pensa più, la galera diventa una pattumiera...."

venerdì 30 luglio 2010

Lo scaffale interculturale

da la festa dei popoli chieti  "Nuovamente fruibile dai cittadini italiani e stranieri residenti in Provincia di Chieti lo Scaffale interculturale del Centro Polivalente per gli Immigrati della Provincia di Chieti. Lo Scaffale interculturale, inaugurato nel 2008 grazie al contributo della Regione Abruzzo, trova una nuova collocazione negli spazi del Centro Polivalente per Immigrati di Chieti ubicati presso la Caritas Diocesana in Via C. De Lollis, 54 (Casa Mater Populi Teatini). Nello scaffale si possono trovare grammatiche e testi di lingua e dizionari, saggistica sui temi dell'interculturalità, politiche di integrazione, rapporti sullo stato dell'immigrazione in Italia, materiale di orientamento sui diritti di cittadinanza e sul territorio, riviste e materiale generale per una prima informazione sulle altre culture, supporti per la didattica in contesti multiculturali, bibliografia e narrativa straniera in lingua italiana e nelle lingue originali.
Lo scaffale è accessibile tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e nel pomeriggio dalle 16 alle 18.
info: 0871349406 - 3881080053"

La solidarietà ha fatto gol

un articolo della dottoressa Paola Cerella:

Vasto - 19.795 grazie a tutti voi che, con il vostro sostegno e la vostra partecipazione, avete reso possibile la realizzazione di un piccolo sogno: quello di dotare la Casa Circondariale di Vasto di un’area sportiva per i detenuti, la cui rieducazione non può non passare attraverso attività di lavoro e anche sportive. Sono stati, infatti, ben 19.795 gli euro raccolti con la Partita del Cuore che, lo scorso 20 luglio, ha visto scendere in campo allo stadio Aragona di Vasto la Nazionale Italiana Famosi e una rappresentativa della Casa Circondariale.

sabato 24 luglio 2010

Voci di Dentro e Chieti Integra

Voci di Dentro (con Caritas Chieti, Centro Solidarietà Iapa, Cvm Abruzzo, Associazione Cea, Alpha Coop Sociale e A.Pro.Be.S Onlus) è partner  di “Chieti Integra”, il progetto sostenuto dal Centro polivalente immigrati della Provincia di Chieti  finalizzato a iniziative di accoglienza, residenzialità, segretariato sociale e supporto ad personam a cittadini stranieri e non. Vedi scheda dati stranieri

Voci di Dentro, oltre alla pubblicazione della rivista, ha attivato presso la Casa circondariale di Chieti un servizio informativo e di sostegno al fine di facilitare la comprensione, lo scambio e l’integrazione tra abitudini, problematiche e sensibilità. Un socio dell’Associazione e volontario della Caritas Diocesana di Chieti-Vasto raccoglie – una volta alla settimana - le richieste d’aiuto morale e materiale degli stranieri aiutandoli nella risoluzione di problemi pratici: vestiario, lavoro e abitazione. Analogo servizio informativo e su supporto viene svolto, su richiesta e in accordo con gli educatori, anche nella Casa circondariale di Vasto. L’iniziativa a breve partirà anche presso il carcere di Lanciano.

 Voci di Dentro, inoltre, organizza anche cineforum a tema (legalità, integrazione culturale, immigrazione); progetti sulla legalità: introduzione alla costituzione italiana, educazione civica, storia e analisi del diritto; lezioni con specialisti di materia (musica, pittura, giornalismo, letteratura, etc); spettacoli teatrali e musicali, incontri con le scolaresche, esibizioni all’interno del carcere di artisti locali; laboratorio teatrale e laboratori artigianali.

Tra le ultime attività: convegno in carcere a Chieti con il presidente dell’Ordine dei giornalisti Stefano Pallotta su “informazione e Giustizia”, spettacolo musicale con ‘Nduccio; visita di alcuni detenuti ad Ari, il paese della memoria, e incontro con il professore Luigi Orsini, avvocato e docente di Diritto.

mercoledì 21 luglio 2010

A Vasto la partita del cuore

da vastoweb: "Vasto - Uno stadio Aragona gremito è stata la cornice della Partita del Cuore, tra la Nazionale Italiana Famosi e la Casa Circondariale di Vasto. L'evento di solidarietà, che ha avuto come coordinatrice l'insegnante Miranda Sconosciuto, era finalizzato alla raccolta di fondi per le strutture sportive del carcere di Vasto.

domenica 18 luglio 2010

il giornale torna sull'Arpa

Anche il numero 13 di Voci di Dentro, come il precedente, sarà distribuito sui pullman delle Autolinee regionali abruzzesi (Arpa) diretti a Roma. Un'occasione per portare fuori il mondo di dentro. Un mondo fatto di pensieri e idee. "Una cosa è l'errore - disse Papa Giovanni XXIII visitando le carceri di Regina Coeli nel 56 - una cosa è l'errante; l'errante è sempre innanzitutto un essere umano che conserva in ogni caso la sua umanità di persona...Non potete venire da me, così io vengo da voi...Dunque eccomi qua, sono venuto, m'avete visto; io ho fissato i miei occhi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore...".

venerdì 18 giugno 2010

a proposito di reinserimento

"...d'altronde l'efficienza di un sistema penale si misura soprattutto dal livello di efficienza raggiunto, dal trattamento e dal grado di reinserimento sociale del detenuto" (da un passo dell'intervento del prefetto di Chieti Vincenzo Greco al convegno del 22 aprile scorso dal titolo "conoscere la pena, il carcere e il territorio, è cultura").

giovedì 18 marzo 2010

A colloquio con il filosofo

Professor Bartolo Iossa, che cosa è la pena?

Ralph Waldo Emerson ha detto che crimine e punizione germogliano dallo stesso tronco e cioè che ogni reato corre verso la propria pena. E' il reato che chiama la pena perché la pena estingue il reato, purifica. E' per que­sto che Hegel ad esempio parla del diritto del reo: chi ha colpa, chi commette un reato ha il diritto di essere punito perché così ri­scatta se stesso.

Un modo per tornare ad essere quello di prima del reato?
Per tornare ad essere uguale agli altri. Per questo la pena deve articolarsi in tre mo­menti. Primo momento: ripristinare l'ordine infranto (perché un reato infrange l'ordine, la norma); secondo momento: deve riportare l'equilibrio, deve emendare il colpevole e purificarlo. Terzo momento: deve difendere la società. Tre momenti che vanno realizzati assieme. Se noi isoliamo questi momenti, la pena diventa una semplice punizione; se la pena diventa solo un modo per difendere la società non realizziamo gli altri punti e la pena intesa nel suo complesso non è com­pleta: la pena deve ripristinare, emendare e difendere.

Emendare introduce un concetto religioso.
Certo.. Spesso si dice "non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te", ma in re­altà detta così non va bene, è fuorviante. Se io non rubo, non uccido, non commetto reati sono in regola. Ma non basta. Nel Vangelo di Matteo la frase è diversa, la frase in que­stione è scritta così: fai agli altri quello che vuoi sia fatto a te. E siamo così al tema del male: poter fare il bene e non farlo, questo è il male. E che cosa è il bene ancora una volta me lo indica la legge interiore.

Infine: la pena come deve essere?
Deve essere collegata al perdono. Ma atten­zione: il perdono non esclude la pena, il per­dono non cancella ciò che uno ha fatto. Il perdono devia da una strada negativa a una strada positiva. Quando il reo sa di essere stato perdonato accetta la pena come un mezzo di riscatto, redenzione, riprende ciò che ha perduto. E così il reo che ha com­messo un reato, infranto l'ordine, la regola, e che ha perso la dignità, con la pena ricon­quista la dignità morale perduta.

Bartolo Iossa, professore di filosofia, è autore di Le betulle di Friedrich

il testo integrale dell'incontro è stato pubblicato in Voci di Dentro numero 12