Professor Bartolo Iossa, che cosa è la pena?
Ralph Waldo Emerson ha detto che crimine e punizione germogliano dallo stesso tronco e cioè che ogni reato corre verso la propria pena. E' il reato che chiama la pena perché la pena estingue il reato, purifica. E' per questo che Hegel ad esempio parla del diritto del reo: chi ha colpa, chi commette un reato ha il diritto di essere punito perché così riscatta se stesso.
Un modo per tornare ad essere quello di prima del reato?
Per tornare ad essere uguale agli altri. Per questo la pena deve articolarsi in tre momenti. Primo momento: ripristinare l'ordine infranto (perché un reato infrange l'ordine, la norma); secondo momento: deve riportare l'equilibrio, deve emendare il colpevole e purificarlo. Terzo momento: deve difendere la società. Tre momenti che vanno realizzati assieme. Se noi isoliamo questi momenti, la pena diventa una semplice punizione; se la pena diventa solo un modo per difendere la società non realizziamo gli altri punti e la pena intesa nel suo complesso non è completa: la pena deve ripristinare, emendare e difendere.
Emendare introduce un concetto religioso.
Certo.. Spesso si dice "non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te", ma in realtà detta così non va bene, è fuorviante. Se io non rubo, non uccido, non commetto reati sono in regola. Ma non basta. Nel Vangelo di Matteo la frase è diversa, la frase in questione è scritta così: fai agli altri quello che vuoi sia fatto a te. E siamo così al tema del male: poter fare il bene e non farlo, questo è il male. E che cosa è il bene ancora una volta me lo indica la legge interiore.
Infine: la pena come deve essere?
Deve essere collegata al perdono. Ma attenzione: il perdono non esclude la pena, il perdono non cancella ciò che uno ha fatto. Il perdono devia da una strada negativa a una strada positiva. Quando il reo sa di essere stato perdonato accetta la pena come un mezzo di riscatto, redenzione, riprende ciò che ha perduto. E così il reo che ha commesso un reato, infranto l'ordine, la regola, e che ha perso la dignità, con la pena riconquista la dignità morale perduta.
Bartolo Iossa, professore di filosofia, è autore di Le betulle di Friedrich
il testo integrale dell'incontro è stato pubblicato in Voci di Dentro numero 12
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