sabato 30 marzo 2013

Sulla strada - Progetto Reset


“Sulla strada” comincia le sue pubblicazioni. Si tratta di un foglio murale (una specie di tazebao) che pubblicheremo settimanalmente e affiggeremo in una bacheca presso la libreria Feltrinelli di Pescara e presso la libreria De Luca a Chieti. Un’avventura editoriale (sarà accompagnata anche da un sito internet) per raccontare il mondo del volontariato e la solidarietà e segnalare le notizie più importanti e gli appuntamenti di rilievo. Daremo spazio alla nostra fantasia; cercheremo, settimanalmente, di privilegiare un fatto, su quello punteremo il nostro sguardo. Il nostro foglio sarà un appuntamento fisso per mostrare e raccontare con un immagine e un breve testo i fatti dal nostro punto di vista. Gli autori di “Sulla strada” sono detenuti ed ex detenuti e alcuni volontari di “Fratello mio Onlus” e “Voci di dentro Onlus”. Persone vittime del disagio e volontari uniti insieme in una missione: migliorare se stessi e fare emergere le buone cose della società.
Sulla strada rientra nelle iniziative del Progetto Reset finanziato dal Csv di Pescara.

Concerto-recital al carcere di Chieti

di Piergiorgio Greco
"Se potessi ricominciare, un milione di chilometri di distanza, vorrei seguire il mio cuore, vorrei trovare un modo". Il cuore dell'uomo, la sua sete di infinito, la possibilità di ricominciare. Sempre. Specie se nella vita ci si è illusi di poter ridurre quel desiderio a donne, droga, alcol. Al superfluo e non al necessario. Ancora una volta, il leggendario Johnny Cash è "entrato" in un carcere per portare quel messaggio di speranza contenuto nel suo rock folk anni Cinqanta: lo ha fatto giovedì 21 marzo, in una splendida serata che si è svolta nella casa circondariale di Chieti, dal titolo "Osservo da vicino questo mio cuore, tengo continuamente gli occhi aperti".

lunedì 25 marzo 2013

In ricordo di Monsignor Nervo

Si è spento a Padova quattro giorni fa monsignor Giovanni Nervo, primo presidente di Caritas Italiana, della quale ha curato la nascita e l'organizzazione, a livello nazionale e diocesano, fino al 1986. Aveva 96 anni. Monsignor Giovanni Nervo è stato protagonista delle stagioni migliori del nostro Paese, dalla resistenza a tutto il dopoguerra con l’istituzione e il consolidarsi della Caritas Italiana e, solo per fare un esempio, il contributo di solidarietà dato dopo il terremoto in Friuli del 1976.

giovedì 21 marzo 2013

Testa (Radicali); centinaia i detenuti malati e incompatibili col regime carcerario

(Agi) Dichiarazione di Irene Testa, Segretaria dell’Associazione Il Detenuto Ignoto: “Magistrati di Sorveglianza non danno seguito a istanze di incompatibilità, sono centinaia i detenuti che ne avrebbero diritto.

Sono circa il 73% i detenuti malati ristretti in molte carceri italiane. Le patologie più comuni sono i disturbi psichici (26,1%), il 25% tossicodipendenze, seguiti dalle malattie dell’apparato digerente (19,3%) e da malattie infettive e parassitarie (12,5%).

Sono circa 500 i disabili che in condizioni penose, peggio che da terzo mondo, affrontano la sopravvivenza in carcere. Il signor Rizzoli, come anche tutti gli altri detenuti ignoti, hanno diritto alle cure, e i magistrati di sorveglianza non dovrebbero ignorare le centinaia di istanze di incompatibilità col carcere che rimangono inapplicate”.

martedì 19 marzo 2013

Nelle carceri italiane si continua a morire

Nelle carceri italiane si continua a morire: 6 decessi nei primi 15 giorni di marzo. In tre casi si tratta sicuramente di suicidio, mentre per gli altri 3 casi le cause non sono ancora state accertate.

1) Casa di Reclusione di Massa Carrara, 18 marzo 2013: detenuto muore in cella il giorno prima di uscire in permesso premio. Non si hanno ulteriori notizie
2) Opg di Reggio Emilia, 16 marzo 2013: detenuto ghanese di 47 anni si toglie la vita. L’uomo si è inferto una ferita allo stomaco ed è stato portato d’urgenza al pronto soccorso dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. I medici hanno tentato di operarlo per salvargli la vita, ma la ferita era troppo profonda. Il 47enne si è spento sabato mattina presto nel reparto di Chirurgia.
3) Casa Circondariale di Milano San Vittore, 15 marzo 2013: detenuto muore nella notte. Era rinchiuso nel terzo raggio. Era di nazionalità straniera.
4) Opg di Reggio Emilia, 13 marzo 2013: Daniele De Luca, 29 anni, originario di Roma, detenuto per “reati minori” viene ritrovato morto in cella. Il corpo viene trasferito all’obitorio di Coviolo.
5) Casa Circondariale di Pescara, 8 marzo 2013: detenuto tunisino viene ritrovato senza vita nella sua cella. Secondo i primi risultati dell’autopsia la morte è dovuta ad “asfissia acuta”.
6) Casa Circondariale di Crotone, 6 marzo 2013: Pasquale Maccarrone, 27 anni, si impicca al letto a castello della cella, nella quale era rinchiuso da solo. Era stato arrestato il giorno precedente con l’accusa di aver preso parte ad una rapina.

venerdì 15 marzo 2013

A Pisa "Tra il dentro e il Fuori"



testo: Marco Sabadini
foto: Rosa Otero

“Tra il Dentro e il Fuori” è stato il titolo del seminario che si è svolto lo scorso 22 febbraio a Pisa presso l’Università Di Pisa, Dipartimento Di Scienze Politiche. L’iniziativa è stata organizzata dalla Onlus Città dei Giovani di Assisi, in stretta collaborazione col Professor Andrea Borghini, Delegato del Rettore dell’Università di Pisa per le attività del Polo Penitenziario Universitario e Direttore del Master in criminologia sociale  dell’Università di Pisa. Obbiettivo: richiamare l’attenzione al tema del carcere e rendere noto il lavoro svolto durante il progetto europeo Grundtvig  “Voci di dentro”.

giovedì 21 febbraio 2013

«Numero chiuso» anche in carcere se la cella è affollata

Il Tribunale solleva il caso alla Consulta 
Dal Corriere della Sera, 19 febbraio 2013
 “Detenzione da rinviare o è incostituzionale”. Il Tribunale di Sorveglianza di Venezia solleva il caso alla Consulta. Carceri a numero chiuso come “unico strumento per ricondurre nell’alveo della legalità costituzionale l’esecuzione della pena” se le condizioni detentive sono “contrarie al principio di umanità”: mentre sui 66 mila detenuti in 47 mila posti il legislatore latita e i partiti tacciono a dispetto dei richiami del capo dello Stato e delle inascoltate denunce dei radicali, con una ordinanza senza precedenti un Tribunale di Sorveglianza italiano, quello di Venezia, solleva d’ufficio una questione di incostituzionalità. E chiede alla Consulta una sentenza “additiva”, che cioè dia ai giudici la facoltà di sospendere e rinviare l’esecuzione in carcere della pena di un detenuto non soltanto quand’essa potrebbe determinare “grave infermità fisica” (unico evento oggi contemplato dalla legge), ma anche nei casi in cui verrebbe scontata in condizioni intollerabili di sovraffollamento e dunque si risolverebbe in “trattamenti disumani e degradanti”, secondo la definizione della Corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo nelle sentenze che hanno condannato già due volte l’Italia per aver lasciato ai carcerati meno di 3 metri quadrati a testa.

martedì 22 gennaio 2013

Io, Luciano, volontario di Voci di dentro



GRAZIE RAGAZZE, GRAZIE RAGAZZI

"E' da poco che mi sono avvicinato all’Associazione Voci di Dentro. Dopo aver valutato con attenzione altre opportunità di volontariato, sono stato attratto dall’impegno di questa onlus che ha come scopo la solidarietà e l’inserimento sociale dei detenuti e degli ex detenuti. Mi sono posto tante domande: “che cosa posso dare?”; “sarò in grado di raccogliere pensieri dei detenuti e portarli fuori dal carcere?”; ”sarò capace di gridare ai miei familiari, ai miei amici, ai miei conoscenti che i detenuti sono persone?”.
Ho avuto l’opportunità di mettere alla prova le mie capacità e cercare di dare una risposta alle mie tante domande frequentando settimanalmente un gruppo di detenuti del carcere di Chieti. Sono rimasto stupito per aver trovato un ambiente ben diverso da quello che immaginavo. Un gruppo di persone, e tra loro, e a dispetto dei luoghi comuni, anche delle brave persone. Li ho trovati tranquilli, educati, con tanta voglia di conoscere, confrontarsi, consapevoli delle loro colpe, riconoscendo che gli errori commessi non sono sempre imputabili alla propria famiglia o alla società ma anche a loro stessi. Hanno bisogno di studiare, imparare un mestiere per essere pronti ed avere più possibilità di trovare un lavoro quando finalmente finiranno di scontare la pena.
Il Lunedì è il giorno di incontro con loro. C’è all’inizio un po’ di euforia, ci si rivede dopo una settimana, ci salutiamo, tutti vorrebbero raccontare qualcosa. Raccogliamo e commentiamo i testi che scrivono per poi pubblicarli sulla rivista. Poi si introduce un argomento e immediatamente la partecipazione è completa, vivace, c’è tanta voglia di esprimere il proprio pensiero. Ci dà modo di prendere spunti per il giornale. Vado a colloquio con loro e porto la mia esperienza di padre e di nonno, ma la cosa che devo confessare è che sono diventato egoista perché questi incontri ora danno più a me che a loro, mi fanno sentire bene, mi completano. Queste persone sono diventate per me amici e non posso fare a meno di frequentarli. Non vedo l’ora di vederli fuori dal carcere.
Grazie ragazze, grazie ragazzi."

Luciano Leombroni, Chieti

mercoledì 9 gennaio 2013

Carceri italiane, vergogna europea

da ilfattoquotidiano.it
L’Italia viola i diritti dei detenuti tenendoli in celle dove hanno a disposizione meno di tre metri quadrati. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha quindi condannato l’Italia per trattamento inumano e degradante di sette carcerati detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza. Ai sette detenuti dovrà essere pagato un risarcimento di 100 mila euro per danni morali. Nella sentenza la Corte invita l’Italia a porre rimedio immediatamente al sovraffollamento carcerario.

venerdì 21 dicembre 2012

Scippati nel Decreto Stabilità i fondi (esigui) per rifinanziare la Legge Smuraglia sul lavoro penitenziario



Anche Voci di dentro si unisce a questa denuncia:
Il grande Benigni può declamare articoli della Carta costituzionale finché vuole: da oggi però “la più bella del mondo” ha un articolo in meno. Anche se non molti se ne accorgeranno, perché è un articolo che non ha mai goduto di grandi fortune.
In queste ore si è decretata la morte dell’articolo 27 della Costituzione Italiana. O perlomeno del suo terzo comma. Ricordate? Quello che recita – poche parole, sintesi di grande umanità e di una grande civiltà del diritto – “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Bene, questa rieducazione è destinata a rimanere lì, sulla carta. Costituzionale, ma pur sempre carta.
Mentre le carceri vanno a rotoli (ma è la dignità del nostro Paese che va a rotoli), mentre il sovraffollamento permane inesorabile, mentre si incrementa la fila di chi abbraccia Marco Pannella sotto gli obiettivi dei fotografi e con tanta umana partecipazione, di nascosto, in tutta fretta e all’ultimo minuto, al di là dei proclami di facciata, a prevalere sono gli interessi personali e i calcoli elettorali.
I pochissimi euro previsti nel decreto stabilità per rifinanziare la Legge Smuraglia, riguardante il lavoro penitenziario, vengono letteralmente scippati. Pochi soldi, vale la pena ricordare, che servirebbero a porre un argine allo scandalo e a una spesa – questa sì – senza fondo, determinata da un semplice prodotto: 67mila detenuti per una spesa complessiva pro capite al giorno di 250 euro.
Lasciamo il compito a chi leggerà questo comunicato di fare in proprio la moltiplicazione. Noi ricordiamo solo due cose: che il prodotto, calcolato su 365 giorni all’anno, dà un risultato di dieci cifre, e che il lavoro penitenziario è il principale presidio medico che argina questa emorragia mortale. Emorragia non solo per il senso di umanità, ma quanto meno per le casse dello Stato.
Ci diranno che non è l’unica voce sacrificata e che ci sono tanti problemi più importanti fuori dal carcere. Ma rimane veramente difficile capire il perché di un simile taglio. Ormai anche i bambini sanno che investire in rieducazione e recupero dei detenuti fa risparmiare una valanga di soldi e porta sicurezza sociale.
Rubare è un termine appropriato al mondo del carcere, chi ruba è normalmente definito un ladro. Chi ha scelto di non rifinanziare la legge Smuraglia ha rubato qualcosa. Ma non ai detenuti: a tutti noi.
Consorzio Rebus - Veneto, Associazione Antigone - Italia, Cooperativa Alice - Milano, Ristretti Orizzonti - Padova, Cooperativa Men At WorkRoma, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII - Servizio Carcere - Italia, Cooperativa Gulliver - Perugia, Associazione Il granello di Senape - Padova, Cooperativa Ecosol scs - Torino, Consorzio Pinocchio Group - Brescia, Cooperativa Altracittà - Padova, Cooperativa sociale 153 Onlus - Perugia, Associazione Incontro e Presenza - Milano, Cooperativa Giotto - Padova, Consorzio Tenda - Montichiari (BS), Cooperativa Nesos - Porto Azzurro (LI), Cooperativa Il Cerchio - Venezia, Cooperativa Work Crossing - Padova

giovedì 13 dicembre 2012

Reinserimento: accordo Comune-carcere di Pescara

(da abruzzo24ore.tv)
“Un accordo stipulato tra Comune di Pescara e Casa Circondariale del capoluogo adriatico, per avviare una collaborazione tesa a costruire un futuro per quei cittadini che, per un errore commesso, si trovano a dover scontare un periodo di detenzione all’interno della struttura, periodo che però vuole essere prodromico al ritorno a una normale vita di società, dunque un periodo anche, per certi aspetti, se vogliamo, ‘formativo’, finalizzato comunque a non spezzare i legami e i rapporti tra chi vive all’interno delle mura di una struttura penitenziaria e il mondo esterno. E’ quello sottoscritto quest’oggi, avvalendoci, a nostra volta, dell’opportunità concessa dall’accordo stipulato con l’Anci lo scorso giugno, e che ci consentirà di avvalerci dell’impegno lavorativo di detenuti, che hanno la possibilità di beneficiare di licenze, permessi o semilibertà e che verranno impiegati in servizi di pulizia, manutenzione e restauro di siti e beni di interesse pubblico”.