martedì 24 gennaio 2012

Il ministro della Giustizia Severino visita il carcere di Sollicciano

Il ministro della Giustizia Paola Severino, accompagnata dall'assessore regionale Daniela Scaranuccia, l'assessore comunale Saccardi, il consigliere Cruccolini e Don Santoro, ha visitato il carcere di Sollicciano. "Il carcere è, si, un luogo di espiazione ma che non deve perdere di vista i diritti dell'uomo - ha spiegato il ministro - L'uomo in carcere è un uomo sofferente, che deve essere rispettato. Oggi invece il carcere è una tortura più di quanto non sia la detenzione che deve portare invece alla rieducazione".

Il ministro ha raccontato di aver palato con i carcerati di "quelli che non ci sono più e di quelli che ci sono e di cui dobbiamo occuparci". "Abbiamo, con i detenuti - ha detto il ministro - anche pensato al cammino che si sta percorrendo, che vorrebbe mettere insieme un insieme di piccole misure. Che, però, tutte riunite potrebbero dare un sollievo alla situazione carceraria. Quello che si deve fare in una proiezione futura è mettere insieme una serie di forme alternative alla detenzione. Che rendano effettivo il principio per cui la detenzione deve essere veramente l'ultima spiaggia, da attivare quando le altre strade non si possono più percorrere. Un rovesciamento di proporzioni: é normale la misura alternativa al carcere, il carcere deve rappresentare una misura eccezionale, che come tale deve essere espressamente motivata. Ciò non vuol dire dare la libertà a tutti o negare le esigenze di difesa sociale, ma vuol dire riservare il carcere alle sole situazioni nelle quali le esigenze di difesa sociale prevalgono su quelle di un'alternativa alla carcerazione".
Immancabile un riferimento al sovraffollamento, più volte denunciato nell'istituto penitenziario, e alle possibili soluzioni. Il guardasigilli "Se ci si sofferma sul termine ipotizzabile, dal punto di vista astratto lo è certamente" ipotizzabile l'amnistia", sebbene il ministro abbia sottolineato la necessità di una maggioranza parlamentare qualificata.
Dopo aver ascoltato detenuti e agenti della polizia penitenziaria il ministro ha chiuso la sua visita passando dai bambini del nido. "Credetemi, è straziante vedere dei bambini che con le loro madri sono in carcere". "Anche lì la soluzione non è facile - ha proseguito il ministro -. Ma le case famiglia, l'attivazione di sistemi alternativi al carcere credo che siano la vera soluzione praticabile. Un bambino non si può svegliare la mattina e vedere davanti a sé le sbarre di un carcere. Non si può pensare che al compimento dei tre anni venga strappato dall' unico luogo che ha conosciuto e dalla madre, con la quale ha vissuto i primi tre anni della sua vita, e portato via. Credetemi, è una pena immensa. Oggi si cerca di alleviare con gli asili nido. Ho incontrato operatori straordinariamente bravi, che aiutano le mamme. Ma non è quella la strada principale".
(da www.firenzetoday.it)

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