martedì 22 gennaio 2013

Io, Luciano, volontario di Voci di dentro



GRAZIE RAGAZZE, GRAZIE RAGAZZI

"E' da poco che mi sono avvicinato all’Associazione Voci di Dentro. Dopo aver valutato con attenzione altre opportunità di volontariato, sono stato attratto dall’impegno di questa onlus che ha come scopo la solidarietà e l’inserimento sociale dei detenuti e degli ex detenuti. Mi sono posto tante domande: “che cosa posso dare?”; “sarò in grado di raccogliere pensieri dei detenuti e portarli fuori dal carcere?”; ”sarò capace di gridare ai miei familiari, ai miei amici, ai miei conoscenti che i detenuti sono persone?”.
Ho avuto l’opportunità di mettere alla prova le mie capacità e cercare di dare una risposta alle mie tante domande frequentando settimanalmente un gruppo di detenuti del carcere di Chieti. Sono rimasto stupito per aver trovato un ambiente ben diverso da quello che immaginavo. Un gruppo di persone, e tra loro, e a dispetto dei luoghi comuni, anche delle brave persone. Li ho trovati tranquilli, educati, con tanta voglia di conoscere, confrontarsi, consapevoli delle loro colpe, riconoscendo che gli errori commessi non sono sempre imputabili alla propria famiglia o alla società ma anche a loro stessi. Hanno bisogno di studiare, imparare un mestiere per essere pronti ed avere più possibilità di trovare un lavoro quando finalmente finiranno di scontare la pena.
Il Lunedì è il giorno di incontro con loro. C’è all’inizio un po’ di euforia, ci si rivede dopo una settimana, ci salutiamo, tutti vorrebbero raccontare qualcosa. Raccogliamo e commentiamo i testi che scrivono per poi pubblicarli sulla rivista. Poi si introduce un argomento e immediatamente la partecipazione è completa, vivace, c’è tanta voglia di esprimere il proprio pensiero. Ci dà modo di prendere spunti per il giornale. Vado a colloquio con loro e porto la mia esperienza di padre e di nonno, ma la cosa che devo confessare è che sono diventato egoista perché questi incontri ora danno più a me che a loro, mi fanno sentire bene, mi completano. Queste persone sono diventate per me amici e non posso fare a meno di frequentarli. Non vedo l’ora di vederli fuori dal carcere.
Grazie ragazze, grazie ragazzi."

Luciano Leombroni, Chieti

mercoledì 9 gennaio 2013

Carceri italiane, vergogna europea

da ilfattoquotidiano.it
L’Italia viola i diritti dei detenuti tenendoli in celle dove hanno a disposizione meno di tre metri quadrati. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha quindi condannato l’Italia per trattamento inumano e degradante di sette carcerati detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza. Ai sette detenuti dovrà essere pagato un risarcimento di 100 mila euro per danni morali. Nella sentenza la Corte invita l’Italia a porre rimedio immediatamente al sovraffollamento carcerario.

venerdì 21 dicembre 2012

Scippati nel Decreto Stabilità i fondi (esigui) per rifinanziare la Legge Smuraglia sul lavoro penitenziario



Anche Voci di dentro si unisce a questa denuncia:
Il grande Benigni può declamare articoli della Carta costituzionale finché vuole: da oggi però “la più bella del mondo” ha un articolo in meno. Anche se non molti se ne accorgeranno, perché è un articolo che non ha mai goduto di grandi fortune.
In queste ore si è decretata la morte dell’articolo 27 della Costituzione Italiana. O perlomeno del suo terzo comma. Ricordate? Quello che recita – poche parole, sintesi di grande umanità e di una grande civiltà del diritto – “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Bene, questa rieducazione è destinata a rimanere lì, sulla carta. Costituzionale, ma pur sempre carta.
Mentre le carceri vanno a rotoli (ma è la dignità del nostro Paese che va a rotoli), mentre il sovraffollamento permane inesorabile, mentre si incrementa la fila di chi abbraccia Marco Pannella sotto gli obiettivi dei fotografi e con tanta umana partecipazione, di nascosto, in tutta fretta e all’ultimo minuto, al di là dei proclami di facciata, a prevalere sono gli interessi personali e i calcoli elettorali.
I pochissimi euro previsti nel decreto stabilità per rifinanziare la Legge Smuraglia, riguardante il lavoro penitenziario, vengono letteralmente scippati. Pochi soldi, vale la pena ricordare, che servirebbero a porre un argine allo scandalo e a una spesa – questa sì – senza fondo, determinata da un semplice prodotto: 67mila detenuti per una spesa complessiva pro capite al giorno di 250 euro.
Lasciamo il compito a chi leggerà questo comunicato di fare in proprio la moltiplicazione. Noi ricordiamo solo due cose: che il prodotto, calcolato su 365 giorni all’anno, dà un risultato di dieci cifre, e che il lavoro penitenziario è il principale presidio medico che argina questa emorragia mortale. Emorragia non solo per il senso di umanità, ma quanto meno per le casse dello Stato.
Ci diranno che non è l’unica voce sacrificata e che ci sono tanti problemi più importanti fuori dal carcere. Ma rimane veramente difficile capire il perché di un simile taglio. Ormai anche i bambini sanno che investire in rieducazione e recupero dei detenuti fa risparmiare una valanga di soldi e porta sicurezza sociale.
Rubare è un termine appropriato al mondo del carcere, chi ruba è normalmente definito un ladro. Chi ha scelto di non rifinanziare la legge Smuraglia ha rubato qualcosa. Ma non ai detenuti: a tutti noi.
Consorzio Rebus - Veneto, Associazione Antigone - Italia, Cooperativa Alice - Milano, Ristretti Orizzonti - Padova, Cooperativa Men At WorkRoma, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII - Servizio Carcere - Italia, Cooperativa Gulliver - Perugia, Associazione Il granello di Senape - Padova, Cooperativa Ecosol scs - Torino, Consorzio Pinocchio Group - Brescia, Cooperativa Altracittà - Padova, Cooperativa sociale 153 Onlus - Perugia, Associazione Incontro e Presenza - Milano, Cooperativa Giotto - Padova, Consorzio Tenda - Montichiari (BS), Cooperativa Nesos - Porto Azzurro (LI), Cooperativa Il Cerchio - Venezia, Cooperativa Work Crossing - Padova

giovedì 13 dicembre 2012

Reinserimento: accordo Comune-carcere di Pescara

(da abruzzo24ore.tv)
“Un accordo stipulato tra Comune di Pescara e Casa Circondariale del capoluogo adriatico, per avviare una collaborazione tesa a costruire un futuro per quei cittadini che, per un errore commesso, si trovano a dover scontare un periodo di detenzione all’interno della struttura, periodo che però vuole essere prodromico al ritorno a una normale vita di società, dunque un periodo anche, per certi aspetti, se vogliamo, ‘formativo’, finalizzato comunque a non spezzare i legami e i rapporti tra chi vive all’interno delle mura di una struttura penitenziaria e il mondo esterno. E’ quello sottoscritto quest’oggi, avvalendoci, a nostra volta, dell’opportunità concessa dall’accordo stipulato con l’Anci lo scorso giugno, e che ci consentirà di avvalerci dell’impegno lavorativo di detenuti, che hanno la possibilità di beneficiare di licenze, permessi o semilibertà e che verranno impiegati in servizi di pulizia, manutenzione e restauro di siti e beni di interesse pubblico”.

sabato 24 novembre 2012

Viaggio a Dijarbakir: il reportage


 clicca qui e guarda il foto-reportage


testi e foto
di Alessandro Fusillo
e Silvia Civitarese






di Alessandro Fusillo
Raggiungiamo Dyarbakir il 3 novembre. Quasi due ore di volo da Istanbul fin nel cuore dell Anatolia sud orientale. Prima della partenza le notizie su ciò che accade al confine turco-siriano: i missili lanciati contro le città turche di confine, le incursioni dell’esercito turco in territorio siriano, i profughi in fuga dalla guerra civile avevano messo in dubbio l’opportunità di questo viaggio. Siamo una delegazione internazionale composta da italiani, spagnoli, sloveni, lituani e turchi. Il nostro progetto Voices from inside sta cercando di approfondire e comparare la situazione carceraria e le politiche di reinserimento lavorativo per detenuti ed ex detenuti in diversi contesti europei. La Turchia, terza tappa di questo percorso dopo Italia e Lituania,

giovedì 22 novembre 2012

Amnistia e diriritto di voto: la protesta


Oggi 22 novembre giorno clou della “quattro giorni radicale su amnistia e diritto di voto dei detenuti e presidio del partito radicale alle 19.30 davanti a Regina Coeli, in via della Lungara: vi prenderanno parte numerosi militanti e dirigenti radicali tra cui la deputata Rita Bernardini e la segretaria del Detenuto Ignoto Irene Testa che dal 24 ottobre sono in sciopero della fame affinché le istituzioni si impegnino a riportare subito alla legalità il sistema giustizia e le carceri carceri  attraverso un provvedimento di amnistia e indulto. Alla quattro giorni radicale hanno partecipato migliaia di detenuti in ogni parte d'Italia che hanno fatto digiuno e accompagnato l’iniziativa con la battitura delle sbarre.

Molte le adesioni alla mobilitazione nonviolenta per garantire la possibilità, ai tantissimi reclusi che ancora li conservano, di esercitare i propri diritti in vista delle prossime scadenze elettorali, e ribadire con forza la necessità di un’amnistia: tra i tanti vi hanno aderito il sindacato dei dirigenti penitenziari Si.Di.Pe, il segretario nazionale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, Leo Beneduci, A Buon Diritto, Antigone, Ornella Favero direttrice di Ristretti Orizzonti, Anna Pia Saccomandi segretaria generale della Conferenza nazionale Volontariato e Giustizia, la Comunità di Sant’Egidio, Albino Bizzotto, presidente dell'associazione cattolica “Beati i costruttori di pace” Padova. 

La mobilitazione radicale appoggia inoltre l'astensione dalle udienze indetta dall'Unione delle Camere Penali sempre fissata per oggi per le drammatiche condizioni di vita cui sono costretti i detenuti in Italia  (la delibera delle camere penali:  http://www.camerepenali.it/NewsDetail.aspx?idNews=13286