martedì 3 aprile 2018

“UN GIORNALISMO DALLA PARTE DEI SOGGETTI DEBOLI”

da sinistra: il presidente Stefano Pallotta, l'educatrice Angela Dipersia, il direttore di Voci di dentro Francesco Lo Piccolo, la dirigente scolastica del “Vico” Paola Di Renzo, la professoressa Silvia Elena Di Donato

Il presidente dell'Ordine dei giornalisti d'Abruzzo Stefano Pallotta “battezza” il nuovo numero del giornale Voci di dentro/Anemos Metaboles: giornalismo dalla parte dei soggetti deboli

Carcere e scuola, studenti e detenuti per realizzare un progetto di qualità. E’ quello che emerge sfogliando l’ultimo numero della rivista Voci di dentro/Anemos Metaboles, frutto del laboratorio di scrittura nella sede della Onlus. Un numero realizzato in collaborazione con i laboratori di Voci di dentro nelle Case Circondariale di Chieti e Pescara assieme alla redazione di Anemos Metaboles, il giornale del liceo classico G.B. Vico di Chieti, e reso possibile grazie al contributo dell’azienda  Lazzaroni.
Lo scorso 28 marzo  la presentazione nell’aula Carpineto del liceo teatino, alla presenza del presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo Stefano Pallotta; della dottoressa Cinzia Turli, responsabile Risorse umane Lazzaroni; dell’educatrice della casa circondariale di Pescara Angela Dipersia, della dirigente scolastica del “Vico” Paola Di Renzo; della professoressa Silvia Elena Di Donato, coordinatrice del progetto scolastico; del  direttore della rivista Voci di dentro Francesco Lo Piccolo.
Emozionati e soddisfatti in aula alcuni detenuti della casa circondariale di Pescara che hanno preso parte al laboratorio di scrittura e gli studenti del liceo coinvolti nel progetto di alternanza scuola lavoro. A loro il presidente dell’Ordine dei giornalisti Stefano Pallotta ha rivolto parole piene di stima e compiacimento.
Ricordando poi come “Francesco Lo Piccolo, nel suo lavoro nel sociale e nella direzione della rivista, mantenga fede al ruolo del giornalista che non sta dalla parte del potere, ma al contrario è di pungolo dalla parte dei soggetti deboli e ai quali dà loro voce”, ha aggiunto: “Questo è buon giornalismo volto alla formazione di una opinione pubblica consapevole. Rimango piacevolmente impressionato dalla qualità di questa rivista. C’è un articolo scritto due giorni dopo le elezioni, l’ha scritto un detenuto in semilibertà, ma se avessi letto questo fondo sul Corriere della sera non avrei avuto niente da eccepire dal punto di vista dell’analisi politica che in un certo senso ha prefigurato il dibattito politico in atto in questi giorni. Queste persone hanno una capacità di analisi culturale che assolutamente va premiata”.
Trentasei pagine, a colori, carta patinata, nel nuovo numero sono affrontati temi come il femminicidio, il pregiudizio, le elezioni del 4 marzo, la scomparsa di idee di pace e di solidarietà, la violenza contro chi è diverso. Nella parte centrale quattro pagine sono dedicate al teatro, a “Quando si spengono le luci”, lavoro teatrale messo in scena nel carcere di Pescara. Chiude la rivista la sezione scritti corsari:  vi sono raccolti, come frammenti,  sensazioni, poesie. “Punti di vista  - ha detto Francesco Lo Piccolo – che sono uniti da un filo conduttore: il pensiero di chi è fuori e di chi è dentro, un ponte dunque, in opposizione ai tanti muri, per unire le tante rive di cui si compone il fiume della nostra umanità e che abbiamo interpretato con la frase che campeggia nella copertina nella rivista: Non si può dividere il cielo”.
“Noi viviamo nella società del consumo – ha spiegato ancora Francesco Lo Piccolo – il nostro giornale vuole rompere questa idea che ci ha fatto diventate dei consumati più che dei consumatori. Non è la ricchezza materiale ma quello che abbiamo dentro che ci può far cambiare e crescere. E quel cambiare bisogna avere il coraggio di scriverlo. E noi lo scriviamo da sempre, da dieci anni, nella nostra rivista. E lo abbiamo scritto in questo numero dedicato ai muri. Contro i muri, strumenti politici, barriere per dividere uomini da altri uomini, per limitare, escludere, proibire. Invece che muri occorre aprire porte e bisogna costruire ponti, per unire. Lo facciamo col giornale, con i nostri laboratori, con l’esperienza che stiamo facendo anche in collaborazione con il Cas di Manoppello. Non a caso il giornale ospita l’articolo di un richiedente asilo che parla proprio di umanità, e che è pubblicato oltre che in italiano, in inglese, francese e urdu”.
Il giornale è stata un’esperienza assolutamente emozionante e formativa per tutti i partecipanti, come Pasquale, che dal carcere di Pescara questa mattina ha partecipato all’incontro al G.B. Vico: “Tramite la scrittura possiamo dare vita  a tanti pensieri che non sempre riusciamo ad esprimere a voce. Nella vita tutti ci troviamo davanti a un muro, quello che mi ha ostacolato è stato il muro del carcere perché questo muro ti fa perdere tutto: la libertà, le persone più care che non puoi più vedere”.
La dirigente del Liceo Paola Di Renzo ha ricordato che quello presentato oggi “è il secondo numero della rivista condivisa e che il progetto di alternanza scuola lavoro proseguirà anche l'anno prossimo con Voci di dentro. L'obiettivo comune è poter immaginare che al termine di questo percorso i ragazzi interessati possano iscriversi all'albo dei giornalisti”.
Per Micaela e Marco del liceo “Vico” partecipare alla redazione e alla pubblicazione del nuovo numero del giornale “è stato un punto di partenza, un momento di collaborazione prezioso e di crescita per noi studenti. Abbiamo avuto la possibilità di esprimerci e confrontarci sul tema delle barriere”.    

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