L' appello del Capo dello Stato, i numerosi digiuni di protesta e le visite di Ferragosto non sono bastati ad accendere i riflettori sull' illegalità che si consuma negli Istituti di Pena Italiani, ancora più accentuata nel periodo estivo. Eppure un serio discorso economico sul carcere può e deve essere affrontato. (Avv. Riccardo Polidoro - Presidente "Il Carcere Possibile Onlus" - Camera Penale di Napoli)
Nulla di concreto è programmato ed un'altra estate sta finendo, lasciando, come sempre, i detenuti e i loro familiari, soli a combattere contro ingiuste sofferenze. Non vi è dubbio che risolvere la terribile crisi economica che si sta abbattendo sul nostro Paese sia la priorità da affrontare, ma tra le misure che il Governo e il Parlamento si accingono ad adottare non ve n'è alcuna che riguarda l'esecuzione della pena. Si dirà: ma perchè pensare al carcere se è necessario far quadrare i conti e sanare il bilancio dello Stato ? Si dirà: se proprio l'argomento deve essere affrontato, l'unica possibilità sarebbe quella di tagliare i fondi destinati agli Istituti di Pena, come si è fatto sistematicamente negli ultimi anni! Duplice errore ! La gestione economica delle carceri è disastrosa e tagli non è possibile più farne, perchè si è giunti al limite massimo, oltre il quale c'è il baratro. Proviamo allora a ragionare.
Dal 2000 ad oggi le carceri sono costate 2miliardi e mezzo di Euro all'anno. L'80% di tale cifra è speso per il personale, circa 48.000 dipendenti. Il 13% è speso per i detenuti. il 4,4 % per la manutenzione delle strutture. Il 3,4% per la gestione (acqua, luce, gas, ecc.). Le ultime finanziarie hanno imposto tagli ogni anno, con una riduzione diseguale delle risorse: 5% sul personale, 31% sul resto. Con l'aumento delle presenze dei detenuti e la sistematica diminuzione del finanziamenti, si è giunti a prevedere, per ciascun detenuto, € 3,95 al giorno per i pasti e 11 cent, per le attività scolastiche, culturali e sportive. Ulteriori tagli sarebbero criminali (Dati elaborati da "Ristretti Orizzonti" - Paolo Persichetti - "Liberazione").
Inoltre va sottolineato che il costante sovraffollamento genera malessere non solo per i detenuti (che pur dovrebbero essere tutelati), ma tra lo stesso personale dell'Amministrazione Penitenziaria, con una ricaduta economica disastrosa. L'OSAPP, uno dei Sindacati della Polizia Penitenziaria, in questi giorni ha diffuso dati spaventosi: nel 2011 , per il clima incandescente che vi è negli Istituti di Pena, circa 8.000 agenti sono stati vittime di aggressioni, con il risultato di 5.600 giornate di lavoro perse , ma retribuite, più le spese di ricovero, esami clinici e cure a carico della sanità pubblica, per una spesa complessiva per l'erario di circa 1 milione di Euro . La Polizia Penitenziaria rappresenta solo il 13% del comparto sicurezza (carabinieri, polizia, ecc...), mentre in tale comparto coloro che ottengono periodi di convalescenza per infermità dipendenti da cause di servizio sono per il 40% appartenenti alla polizia penitenziaria.
E' necessario, allora, nell'affrontare la crisi economica, parlare anche di carcere. Tra riduzioni delle pensioni e aumento dell'iva, si discuta anche di questo. Si tengano presenti le proposte che l'Avvocatura e le Associazioni indicano da tempo, per diminuire la popolazione carceraria e non si continui a invocare il carcere per ogni evento drammatico riportato dai media, come recentemente è stato fatto dal Ministro dell'Interno e dal neo-Ministro della Giustizia, che hanno invocato il carcere con l'istituzione di un nuovo reato: l'omicidio stradale o a mare, fattispecie già previste dal Codice Penale.
Un serio discorso economico anche sull'esecuzione della pena contribuirà a sanare il bilancio dello Stato e a restituire dignità non solo ai detenuti e al personale dell'Amministrazione Penitenziaria, ma allo stesso Paese. (28 agosto 2011 - Avv. Riccardo Polidoro - Presidente "Il Carcere Possibile Onlus" - Camera Penale di Napoli)
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