martedì 25 febbraio 2020

Pavarini: la pena legale non è stata, non è, né potrà mai essere utile

Riproponiamo un "classico" di Massimo Pavarini scritto nel 1996:


1. Introduzione: alcune utili distinzioni

a) Pene di fatto e pena legale
Una nozione sociologica di pena che si limiti a coglierne i profili descrittivi si articola su alcuni attributi essenziali: la natura afflittiva, programmatica, espressiva e strategica della reazione punitiva. La natura afflittiva si riferisce all'effetto di produzione di deficit nei confronti del punito, come riduzione di diritti e/o del soddisfacimento di bisogni; nel contempo l'azione repressiva deve apparire intenzionale al fine di determinare una relazione di senso - come riprovazione e censura - tra la pena e il soggetto passivo. La natura espressiva della pena coglie invece la dimensione simbolica della reazione punitiva volta a esprimere la pretesa di autorità di chi punisce; essa, infine, si sviluppa in un contesto situazionale come funzione volta alla conservazione di determinati rapporti di potere. Solo la presenza di tutti questi attributi conferisce natura di penalità alla reazione sociale.

lunedì 10 febbraio 2020

Il nuovo numero di voci di dentro

E' in stampa il nuovo numero di Voci di dentro, all'interno l'inserto "In carta libera" progetto finanziato dalla Regione Abruzzo.

L'editoriale del direttore Francesco Lo Piccolo:

Per non continuare a vivere in un Paese ove ogni sentimento d'umanità, di dignità, di civiltà, di coscienza e di pudore sembravano completamente banditi…”.
Giorgio de Chirico, memorie della mia vita.


La scomparsa è il titolo di un’opera di Geoge Perec, autore francese che mi ha accompagnato in appassionate letture tantissimi anni fa. Nel libro si parla della scomparsa di una vocale, di una persona  (Anton Vocal) e di un popolo, il popolo ebraico che il nazifascismo cercò di cancellare dal nostro mondo. Siamo stati al “gioco” letterario di Perec, abbiamo titolato la rivista con “la scomparsa” e l’abbiamo accompagnata da il manichino di Giorgio de Chirico. Manichino senza occhi, senza, bocca, senza orecchie. Come senza occhi, senza bocca e senza orecchie sono i carcerati imprigionati in questi malsani ambienti che chiamiamo carceri e dove l’aria malsana che vi aleggia non fa altro che trasferire tutte le sue patologie su persone e cose.