mercoledì 11 giugno 2014

Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia


Assemblea Nazionale Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia. Roma , 6 giugno 2014


L'articolo di FABIO FERRANTE
e tutti gli interventi audio (grazie a radio radicale). 

Si è svolta il 6 giugno a Roma la VII Assemblea della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia. L'incontro si è tenuto presso la Sala Teatro del Carcere di Rebibbia ed ha visto numerose autorità nel campo del volontariato, dell'amministrazione e del sistema penitenziario relazionare sul tema "Oltre la sentenza Torreggiani". 
La discussione ha ruotato intorno alla sentenza che la CEDU – Corte Europea dei Diritti Umani – ha notificato allo Stato italiano nel gennaio 2013 denunciando la violazione dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo per le condizioni inumane in cui vivono i detenuti nelle carceri italiane, ma soprattutto è stata fautrice di uno scambio di  opinioni e punti di vista sulla proroga concessa all’Italia il 3 giugno scorso, rinvio di un anno che è stato accordato in virtù di alcuni miglioramenti che il sistema penitenziario è riuscito a mettere in atto.

Dopo l'introduzione e la presentazione della Presidente Nazionale della CNVG Elisabetta Laganà, i saluti del Direttore del Carcere di Rebibbia e del Cappellano Don Sandro Spriano, è stata la volta del Prof. Mauro Palma, presidente del Consiglio europeo per la cooperazione nell'esecuzione penale, che ha sottolineato l'importanza del volontariato all'interno del mondo detenuto. Condizione, quest’ultima, che ci contraddistingue dal resto dell'Europa. La proroga concessa dalla CEDU all'Italia, per Palma, è sintomo di un effettivo  miglioramento del sistema che, seppur nella difficoltà culturale, ha visto un grande sforzo da parte di tutti gli operatori dell'amministrazione penitenziaria. 

Concluse le premesse i lavori del consesso hanno preso il via con il Prof. Emilio Santoro che ha dato parola ai Magistrati di Sorveglianza Marcello Bortolato e Giovanna Di Rosa. Bortolato ha puntualizzato su alcuni problemi tecnici per l'attuazione dei processi deflattivi, quali l'applicazione di pena detentiva domiciliare nei casi dei “senza fissa dimora” o la depenalizzazione in alcuni casi di recidiva e di spaccio. Anche l'applicazione della "messa alla prova" pone il problema che delle numerose richieste pervenute, alle quali gli UEPE non riescono a far fronte. Queste misure hanno, in effetti, portato a una riduzione del numero di detenuti che al 31 maggio 2014 era 58.861 unità. Importante per questo calo è stata l’adozione della misura di liberazione anticipata speciale, ma anche questo ha creato un sovraccarico degli uffici di sorveglianza che hanno carenza di personale.

Un altro intervento degno di nota è quello di Luigi Pagano, vice capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, padre della Sorveglianza Dinamica, che ha dato rilievo allo sforzo enorme che l'amministrazione ha dovuto mettere in atto, perché, seppur è forte intenzione del DAP di creare un carcere migliore, comunque ci si deve confrontare con le leggi vigenti e con le scarse risorse disponibili. Per questo ha chiesto pazienza agli operatori e ai volontari affinché capiscano che le cose devono essere fatte a piccoli passi. Pagano, inoltre, fa un importante inciso affermando che per modificare il funzionamento è necessario che le Istituzioni si assumano responsabilità, che si facciano carico dei rischi, cosi come è stato fatto nella progettazione del carcere di Bollate, di cui Pagano è stato promotore.

Sulla stessa linea l'intervento del Vice Capo Vicario del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Francesco Cascini che ha posto l'accento sulle problematiche dell'amministrazione che si trova di fronte a una edilizia penitenziaria fatiscente, non adatta alla sorveglianza dinamica nè tantomeno a un’idea di carcere “aperto” e a risorse economiche scarse persino per la tenuta e la manutenzione annuale.

Interessante anche l’intervento dell’avvocato Alessandro De Federicis, Responsabile dell’Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali Italiane, che ha portato all’attenzione la nascita di una nuova forma di avvocatura che fa suo un maggior impegno politico e sociale. A questi nuovi avvocati i volontari devono guardare con minore diffidenza e, piuttosto, insieme svolgere un ruolo di vigilanza per evitare che le indicazioni della Corte di Strasburgo vengano riprese solo a maggio 2015 all’approssimarsi della scadenza.
Ad inserirsi nel dibattito anche alcuni detenuti che hanno denunciato le ancora difficili condizioni di vita quotidiana, dal sovraffollamento alla mancanza di condizioni essenziali quali ad esempio di acqua calda per le docce, dalla difficoltà di avere un colloquio con le educatrici alle pochissime misure alternative alla pena detentiva che il sistema giudiziario italiano mette in atto.

In sintesi, dopo la sentenza Torreggiani l’Italia ha messo in atto alcune misure per migliorare la vita reclusa, sia di tipo legislativo, sia di carattere organizzativo. Di tipo legislativo, in quanto ha depenalizzato alcuni reati quali lo spaccio di droghe leggere e l’immigrazione clandestina e avviati processi di riorganizzazione del sistema giudiziario, di tipo organizzativo per l’aver messo in atto la cosiddetta sorveglianza dinamica, modificato la gestione dei detenuti di massima sicurezza, aperto le celle per otto ore, eliminato i banconi, avviato la costruzione di refettori. 

In virtù di ciò, come già detto, la Corte Europea ha deciso di non penalizzare l’Italia e di concedere una proroga che è stata accolta con diverso giudizio anche dagli stessi relatori. Per il professor Palma è stata una promozione con riserva così come per il professor Santoro e per i rappresentanti dell’Amministrazione Penitenziaria, per i Magistrati Bortolato, Di Rosa, e in parte anche per il rappresentante degli avvocati De Federicis, l’Italia è stata “rimandata a settembre” o meglio a giugno. Dal dibattito sono emerse anche sensazioni di perplessità a questa dilazione di tempo che potrebbe far scorrere un anno senza nessun intervento fino all’approssimarsi della scadenza del 2015, impossibilitando di fatto grandi riforme. Non supportata dai relatori la posizione di assoluta contrarietà dei Radicali che hanno visto nella sentenza pilota della Corte solo un prolungamento delle torture.

Insomma per migliorare le condizioni di vita dei detenuti, l’Amministrazione Penitenziaria sta lavorando alacremente e tra mille difficoltà, con la ferma convinzione, però, che bisogna cambiare sostanzialmente il sistema. Ma, a sentir i detenuti, la strada è ancora molto lunga. (Fabio Ferrante)

"Oltre la sentenza Torreggiani". qui, grazie a Radio radicale, l'audio della giornata: 
 

 Interventi di 

Elisabetta Laganà, presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia; Mauro Mariani, direttore della Casa Circondariale Rebibbia di Roma; Sandro Spriano, cappellano della Casa Circondariale di Rebibbia e presidente del CRVG Lazio; Elisabetta Laganà, presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia; Mauro Palma, presidente del Consiglio europeo per la cooperazione nell'esecuzione penale del Consiglio d’Europa; Emilio Santoro, docente di Teoria e Storia del Diritto all'Università di Firenze; Marcello Bortolato, magistrato di sorveglianza di Padova; Giovanna Di Rosa, magistrato e componente del Consiglio Superiore della Magistratura; Patrizio Gonnella, presidente nazionale dell'Associazione Antigone; Cosimo Ferri, sottosegretario di Stato alla giustizia; Intervento di un detenuto; Luigi Pagano, vice capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria; Giovanni Torrente, vice presidente CNVG; Lettura dell'intervento inviato da Valter Vecellio, vice capo redattore del TG2, direttore di Notizie Radicali e membro della Direzione Nazionale dei Radicali Italiani; Giovanni Torrente, vice presidente CNVG; Francesco Cascini, vice capo vicario del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria; Alessandro De Federicis, avvocato, responsabile dell'Osservatorio Carcere dell'Unione Camere Penali Italiane; domande di alcuni dei detenuti presenti e degli operatori; Francesco Cascini; Alessandro De Federicis; Paola Piazzi, presidente dell'associazione "Poggeschi per il carcere"; Matteo Giordani, rappresentante della Comunità Papa Giovanni XXIII; Francesca Papini, rappresentante dell'Associazione "Il girasole"; Maurizio Artale, presidente del Centro Accoglienza Padre Nostro Onlus di Palermo; Totò Cuffaro, già senatore e presidente della Regione Sicilia; Alessandro Pedrotti, vice presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia

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