“Nelle carceri italiani sono detenute 67.318 persone (64.370 uomini e 2.948 donne) a fronte di una disponibilità reale di posti detentivi pari a 45059. Un surplus di 22.259 detenuti in più rispetto alla massima capienza che determina un indice medio nazionale di affollamento pari al 54,2 % ”. Lo rivela Eugenio Sarno segretario generale Uil Penitenziari che aggiunge: “In nove regioni italiane il tasso di affollamento varia dal 23 al 50%. In dieci dal 51 all’ 80%. Unica regione che non presenta (apparentemente) una situazione sovraffollata è il Trentino Alto Adige. Capofila, per sovraffollamento, la Calabria (77,6 %), seguita da Puglia (76,3%), Emilia Romagna (73,7%) , Marche (72,1%) e Lombardia (65,9%) . L’istituto con il più alto tasso di affollamento si conferma Lamezia Terme (193,3%), seguito da Busto Arsizio (164,7%), Vicenza ( 155,5%). Brescia Canton Mombello (152,5 %), Mistretta (137,5%) ”.
venerdì 25 marzo 2011
lunedì 21 marzo 2011
Suicidio nel carcere di Pescara
Un uomo di 35 anni, Mario Di Fonso, si è suicidato sabato mattina nel carcere di Pescara impiccandosi alle sbarre con un rudimentale cappio ricavato da una striscia di lenzuolo. Era in carcere dallo scorso settembre, quando fu arrestato assieme ad altre sette persone nell’ambito di un’inchiesta del commissariato di Lanciano per un presunto traffico di sostanze stupefacenti.
Salgono a 13 i detenuti morti per suicidio dall’inizio del 2011 (4 nel solo mese di marzo) e a 33 il totale dei detenuti morti per cause diverse nelle carceri italiane.
Salgono a 13 i detenuti morti per suicidio dall’inizio del 2011 (4 nel solo mese di marzo) e a 33 il totale dei detenuti morti per cause diverse nelle carceri italiane.
giovedì 17 marzo 2011
Emergenza penitenziaria e diritti
Lunedì 21 marzo, alle ore 17 a Firenze, presso la Sala delle Collezioni di Palazzo Bastogi, sarà presentato “Diritto Penitenziario”, manuale di Carlo Brunetti e Marcello Ziccone edito dalla Simone. Seguirà un dibattito sul tema “Emergenza penitenziaria e Diritti Umani”: interverranno l'assessore ai Diritti Umani della Regione Toscana Riccardo Nencini, il docente Emilio Santoro, la Presidente del Tribunale di sorveglianza di Firenze Antonietta Fiorillo, il Provveditore regionale Amministrazione Penitenziaria Maria Pia Giuffrida, il Garante dei Diritti dei detenuti a Firenze Franco Corleone e Carlo Brunetti e Marcello Ziccone.
note sugli autori e sul libro
note sugli autori e sul libro
venerdì 11 marzo 2011
Una lettera dagli Usa
"L’estate scorsa ero a Roma per accudire mio padre. Mi sono presa due giorni
di “permesso” per andare a Pescara. Andavo a rincontrare una cara
amica, compagna di scuola alle medie e ritrovata grazie a facebook. Ero
quindi nell’autobus emozionata per l'incontro quando, lasciata da
qualcuno, ho visto su un sedile una rivista. “Voci di dentro” era il nome.
E’ stata attrazione a prima vista. Non sapevo a cosa si riferisse ma quelle
figure di donne mal truccate e col cappuccio sono state una calamita per
me. Ero quasi arrivata a destino sicchè ho preso la rivista e l’ho portata
con me a Miami. E’ qui che l’ho letta. Sapevo che doveva essere qualcosa
di prezioso perché quando sento queste forze cosi poderose che mi
spingono a fare qualcosa, come prendere la rivista e non lasciarla, è
sempre perché c’è qualcosa di molto speciale coinvolto.
Quando ho iniziato a leggere la rivista non mi sono potuta fermare. Non ho
solo ascoltato queste “voci di dentro”, ma le ho sentite, le ho assorbite. Ora
fanno parte di me. Sento che possono parlare attraverso me. Sicché ho
fatto uscire le loro parole nella miglior forma che ho per comunicare quello
che sento: attraverso la pittura.
Ho dipinto il volto di una persona qualunque, senza che se ne capisca la
razza, il sesso o l’età. Una bocca grande, spalancata, fa uscire il suo grido,
la sua “voce di dentro”. Nella testa: un cavallo bianco, simbolo della liberta’
che è sempre nella mente. Ai piedi del quadro le donne col cappuccio con
i tristi numeri: 7 i morti asfissiati dal gas, 26 i detenuti impiccati...
Gli occhi però sono aperti, per vedere il futuro e verdi, del colore della
speranza. Ed è da quegli occhi che escono gocce d’argento che si
espandono, e diventano sempre piu grandi come simbolo di un futuro
prezioso.
Ho voluto scrivervi, non so nemmeno bene dove, e mandarvi una fotografia
del quadro. Se il quadro piace o no, non ha importanza. L’importante è
che quelle “voci di dentro” sappiano che le loro voci arrivano a chi sta
"fuori" e arrivano lontano, oltrepassano l'oceano e camminano senza fermarsi.
Parleranno nelle mie mostre, a Miami e a New York e, attraverso il mio sito
web, voleranno nello spazio cibernetico dove non esiste nè il dentro nè il fuori".
amica, compagna di scuola alle medie e ritrovata grazie a facebook. Ero
quindi nell’autobus emozionata per l'incontro quando, lasciata da
qualcuno, ho visto su un sedile una rivista. “Voci di dentro” era il nome.
E’ stata attrazione a prima vista. Non sapevo a cosa si riferisse ma quelle
figure di donne mal truccate e col cappuccio sono state una calamita per
me. Ero quasi arrivata a destino sicchè ho preso la rivista e l’ho portata
con me a Miami. E’ qui che l’ho letta. Sapevo che doveva essere qualcosa
di prezioso perché quando sento queste forze cosi poderose che mi
spingono a fare qualcosa, come prendere la rivista e non lasciarla, è
sempre perché c’è qualcosa di molto speciale coinvolto.
Quando ho iniziato a leggere la rivista non mi sono potuta fermare. Non ho
solo ascoltato queste “voci di dentro”, ma le ho sentite, le ho assorbite. Ora
fanno parte di me. Sento che possono parlare attraverso me. Sicché ho
fatto uscire le loro parole nella miglior forma che ho per comunicare quello
che sento: attraverso la pittura.
Ho dipinto il volto di una persona qualunque, senza che se ne capisca la
razza, il sesso o l’età. Una bocca grande, spalancata, fa uscire il suo grido,
la sua “voce di dentro”. Nella testa: un cavallo bianco, simbolo della liberta’
che è sempre nella mente. Ai piedi del quadro le donne col cappuccio con
i tristi numeri: 7 i morti asfissiati dal gas, 26 i detenuti impiccati...
Gli occhi però sono aperti, per vedere il futuro e verdi, del colore della
speranza. Ed è da quegli occhi che escono gocce d’argento che si
espandono, e diventano sempre piu grandi come simbolo di un futuro
prezioso.
Ho voluto scrivervi, non so nemmeno bene dove, e mandarvi una fotografia
del quadro. Se il quadro piace o no, non ha importanza. L’importante è
che quelle “voci di dentro” sappiano che le loro voci arrivano a chi sta
"fuori" e arrivano lontano, oltrepassano l'oceano e camminano senza fermarsi.
Parleranno nelle mie mostre, a Miami e a New York e, attraverso il mio sito
web, voleranno nello spazio cibernetico dove non esiste nè il dentro nè il fuori".
Mila Tapperi
il quadro di Mila Tapperi Hajjar (dal sito www.milahajjar.com) |
mercoledì 2 marzo 2011
Ancora morti in carcere
Due morti in carcere a distanza di poche ore uno dall'altro. Il primo caso per suicidio ad Avellino, il secondo a Piacenza per cause ancora da accertare. Da inizio anno salgono a 10 i detenuti che si sono tolti la vita e a 26 il totale delle morti in carcere.
- Jean Jaques Olivier Esposito, 39enne di origini francesi, si è impiccato ieri mattina verso le 10:00 nel carcere di Ariano Irpino (Av). L’uomo, in custodia cautelare per reati di droga, da tempo manifestava gravi segnali di disagio psichico: aveva già tentato più volte il suicidio e anche per questo il suo avvocato, Michele Sarno, aveva chiesto l’applicazione di una misura cautelare meno afflittiva, gli arresti domiciliari. Per tragica coincidenza esattamente due anni prima, l’1 marzo 2009, nel carcere di Avellino ci fu un altro suicidio, quello di Vincenzo Sepe, 54 enne di origini napoletane.
- D. Trebbi, 30 anni, tossicodipendente, è morto ieri pomeriggio verso le 16:00 nel carcere di Piacenza. Le poche notizie al riguardo sono state raccolte da Riccardo Arena, direttore di Radio Carcere. Sulle cause della morte sono state avviate le indagini del caso: la prima ipotesi è quella di una overdose di droga, o di un mix letale di farmaci. Il giovane, che divideva la cella con un altro detenuto, si è accasciato improvvisamente sul pavimento ed ogni tentativo di soccorso è risultato vano. L’ultimo decesso di un detenuto nel carcere di Piacenza risaliva al 2 novembre 2009, quando si suicidò Isam Khaudri, tunisino di 22 anni.
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