martedì 9 novembre 2010

Un minuto da detenuto

Un minuto da detenuto. Dietro la rima l’angoscia delle giornate dietro le sbarre e la realtà delle carceri italiane con quasi 70 mila presenze, 30 mila più del previsto. L’iniziativa, organizzata da Voci di Dentro Onlus, ricalca un evento presentato già in altre città: la cella in piazza. La struttura è in mostra fino al 25 novembre in piazza Vico a Chieti e dal 26 al 28 a Palazzo D’Avalos a Vasto. L’iniziativa è patrocinata dalla Provincia di Chieti, dai Comuni di Chieti e di Vasto, dagli ordini forensi delle due città, dal Centro Polivalente immigrati. Con l’appoggio di Caritas e Case circondariali...

«Il nostro socio architetto Gentile e la Cer di Roccamontepiano stanno realizzando una cella di 3 metri per 2.50 - ha spiegato il presidente della Onlus Francesco Lo Piccolo, giornalista del Messaggero - Vogliamo far riflettere su una istituzione tenuta ai margini della società come un male da esorcizzare o da nascondere».
Pieno appoggio dai Comuni di Chieti e Vasto, rappresentati dal vicesindaco Bruno Di Paolo e dall’assessore Marco Marra. I volontari di Voci di dentro hanno ricordato che il Comune di Chieti e l’Università D’Annunzio hanno elargito delle borse lavoro grazie alle quali alcuni detenuti sono usciti in articolo 21 e attualmente operano nell’associazione, che edita la rivista Voci di dentro, 32 pagine, realizzata anche con il sostegno di Fondazione Carichieti, Camera di Commercio, Arpa, Università D’Annunzio, Caritas, Walter Tosto spa, e diffusa anche sull’Arpa.
«Un minuto da detenuto porta l’attenzione su persone che seppur in disgrazia, non possono essere abbandonate - ha aggiunto il vicesindaco Di Paolo peraltro socio di Voci di dentro – il Comune di Chieti crede fermamente in questo progetto: portare una cella in piazza a Chieti e a Vasto rappresenta un momento importante di riflessione. Le persone in carcere non devono essere trattate come animali. Trovo inoltre che un gesto simile potrebbe essere utile anche ai giovani come deterrente alla devianza dal punto di vista sociale». Dello stesso parere l’assessore al Comune di Vasto Marco Marra: «Inserire le persone all’interno di una gabbia, perché è questo che rappresenta la cella, è impressionante. Il comune di Vasto è da sempre vicino alla realtà del carcere, con il quale abbiamo spesso collaborato, ricordo ad esempio la convenzione per la pulizia delle spiagge».

«Sono fiero di ospitarvi in quello che oggi è il palazzo della solidarietà e dell’amore - ha esordito il presidente della provincia Enrico Di Giuseppantonio – grazie all’impegno di volontari come quelli di Voci di dentro si può sperare in un mondo migliore. Se dobbiamo rieducare i condannati, come recita la nostra Costituzione, le istituzioni hanno il dovere di farsi carico delle iniziative che mirano a questo scopo. Del resto l’articolo 27 della nostra Costituzione lo dice chiaramente: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».
«L’iniziativa è meritevole – ha aggiunto l’avvocato Tenaglia, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Chieti – la categoria che oggi rappresento è forse la più vicina ai detenuti, per questo abbiamo ritenuto di dover offrire il nostro contributo all’evento, che richiama il principio costituzionale, della non colpevolezza fino all’ultimo grado di giudizio, principio troppo spesso dimenticato dai media che accendono i riflettori prima della fase di processo e li spengono successivamente, magari anche di fronte a una sentenza di assoluzione». Altrettanto convinto della bontà dell’iniziativa il presidente del Foro di Vasto avvocato Nicola Artese: nel confermare la partecipazione a “Un minuto da detenuto” ha annunciato un convegno che si terrà il 26 e il 27 novembre sempre a Palazzo D’Avalos in merito a problematiche relative alla giustizia penitenziaria. E a proposito dell’affollamento delle carceri e alle cosiddette pene alternative. L’avvocato Artese ha spiegato: «Ci sono già tante leggi sui detenuti che non vengono utilizzate abbastanza. Il nostro compito è promuovere la sensibilizzazione anche verso le aziende e le imprese. Dobbiamo cominciare a parlare della situazione carceraria e portare queste problematiche anche sul territorio e non solo all’interno della nostra categoria».
Alla conferenza stampa erano presenti anche i direttori Carlo Brunetti e Giuseppina Ruggero. In particolare la dottoressa Ruggero ha sottolineato che «La figura del volontario in carcere oggi è cambiata: da sostenitore psicologico e materiale, il volontario oggi si costituisce in associazione, dialoga con le istituzioni verso la concretizzazione del principio di rieducazione, che non può essere individuale, ma deve necessariamente riflettersi anche all’esterno: se chi ha sbagliato trova un muro fuori dal carcere sarà per sempre costretto a vivere di espedienti».
«La sicurezza – ha concluso Francesco Lo Piccolo – non è data da un muro o da un cancello, ma dalle opportunità di reinserimento di chi ha sbagliato».

(Stefania Ortolano, addetta stampa Voci di dentro)

1 commento:

  1. Decisamente complimenti per l'iniziativa!! chi ha visitato la cella in Piazza Vico è rimasto incredulo.. una realtà durissima che spesso non conosciamo o non vogliamo conoscere. L'ambito carcerario è molto difficile.. grazie a voi che con coraggio perseverate in queste attività!!

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