venerdì 21 dicembre 2012

Scippati nel Decreto Stabilità i fondi (esigui) per rifinanziare la Legge Smuraglia sul lavoro penitenziario



Anche Voci di dentro si unisce a questa denuncia:
Il grande Benigni può declamare articoli della Carta costituzionale finché vuole: da oggi però “la più bella del mondo” ha un articolo in meno. Anche se non molti se ne accorgeranno, perché è un articolo che non ha mai goduto di grandi fortune.
In queste ore si è decretata la morte dell’articolo 27 della Costituzione Italiana. O perlomeno del suo terzo comma. Ricordate? Quello che recita – poche parole, sintesi di grande umanità e di una grande civiltà del diritto – “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Bene, questa rieducazione è destinata a rimanere lì, sulla carta. Costituzionale, ma pur sempre carta.
Mentre le carceri vanno a rotoli (ma è la dignità del nostro Paese che va a rotoli), mentre il sovraffollamento permane inesorabile, mentre si incrementa la fila di chi abbraccia Marco Pannella sotto gli obiettivi dei fotografi e con tanta umana partecipazione, di nascosto, in tutta fretta e all’ultimo minuto, al di là dei proclami di facciata, a prevalere sono gli interessi personali e i calcoli elettorali.
I pochissimi euro previsti nel decreto stabilità per rifinanziare la Legge Smuraglia, riguardante il lavoro penitenziario, vengono letteralmente scippati. Pochi soldi, vale la pena ricordare, che servirebbero a porre un argine allo scandalo e a una spesa – questa sì – senza fondo, determinata da un semplice prodotto: 67mila detenuti per una spesa complessiva pro capite al giorno di 250 euro.
Lasciamo il compito a chi leggerà questo comunicato di fare in proprio la moltiplicazione. Noi ricordiamo solo due cose: che il prodotto, calcolato su 365 giorni all’anno, dà un risultato di dieci cifre, e che il lavoro penitenziario è il principale presidio medico che argina questa emorragia mortale. Emorragia non solo per il senso di umanità, ma quanto meno per le casse dello Stato.
Ci diranno che non è l’unica voce sacrificata e che ci sono tanti problemi più importanti fuori dal carcere. Ma rimane veramente difficile capire il perché di un simile taglio. Ormai anche i bambini sanno che investire in rieducazione e recupero dei detenuti fa risparmiare una valanga di soldi e porta sicurezza sociale.
Rubare è un termine appropriato al mondo del carcere, chi ruba è normalmente definito un ladro. Chi ha scelto di non rifinanziare la legge Smuraglia ha rubato qualcosa. Ma non ai detenuti: a tutti noi.
Consorzio Rebus - Veneto, Associazione Antigone - Italia, Cooperativa Alice - Milano, Ristretti Orizzonti - Padova, Cooperativa Men At WorkRoma, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII - Servizio Carcere - Italia, Cooperativa Gulliver - Perugia, Associazione Il granello di Senape - Padova, Cooperativa Ecosol scs - Torino, Consorzio Pinocchio Group - Brescia, Cooperativa Altracittà - Padova, Cooperativa sociale 153 Onlus - Perugia, Associazione Incontro e Presenza - Milano, Cooperativa Giotto - Padova, Consorzio Tenda - Montichiari (BS), Cooperativa Nesos - Porto Azzurro (LI), Cooperativa Il Cerchio - Venezia, Cooperativa Work Crossing - Padova

giovedì 13 dicembre 2012

Reinserimento: accordo Comune-carcere di Pescara

(da abruzzo24ore.tv)
“Un accordo stipulato tra Comune di Pescara e Casa Circondariale del capoluogo adriatico, per avviare una collaborazione tesa a costruire un futuro per quei cittadini che, per un errore commesso, si trovano a dover scontare un periodo di detenzione all’interno della struttura, periodo che però vuole essere prodromico al ritorno a una normale vita di società, dunque un periodo anche, per certi aspetti, se vogliamo, ‘formativo’, finalizzato comunque a non spezzare i legami e i rapporti tra chi vive all’interno delle mura di una struttura penitenziaria e il mondo esterno. E’ quello sottoscritto quest’oggi, avvalendoci, a nostra volta, dell’opportunità concessa dall’accordo stipulato con l’Anci lo scorso giugno, e che ci consentirà di avvalerci dell’impegno lavorativo di detenuti, che hanno la possibilità di beneficiare di licenze, permessi o semilibertà e che verranno impiegati in servizi di pulizia, manutenzione e restauro di siti e beni di interesse pubblico”.

sabato 24 novembre 2012

Viaggio a Dijarbakir: il reportage


 clicca qui e guarda il foto-reportage


testi e foto
di Alessandro Fusillo
e Silvia Civitarese






di Alessandro Fusillo
Raggiungiamo Dyarbakir il 3 novembre. Quasi due ore di volo da Istanbul fin nel cuore dell Anatolia sud orientale. Prima della partenza le notizie su ciò che accade al confine turco-siriano: i missili lanciati contro le città turche di confine, le incursioni dell’esercito turco in territorio siriano, i profughi in fuga dalla guerra civile avevano messo in dubbio l’opportunità di questo viaggio. Siamo una delegazione internazionale composta da italiani, spagnoli, sloveni, lituani e turchi. Il nostro progetto Voices from inside sta cercando di approfondire e comparare la situazione carceraria e le politiche di reinserimento lavorativo per detenuti ed ex detenuti in diversi contesti europei. La Turchia, terza tappa di questo percorso dopo Italia e Lituania,

giovedì 22 novembre 2012

Amnistia e diriritto di voto: la protesta


Oggi 22 novembre giorno clou della “quattro giorni radicale su amnistia e diritto di voto dei detenuti e presidio del partito radicale alle 19.30 davanti a Regina Coeli, in via della Lungara: vi prenderanno parte numerosi militanti e dirigenti radicali tra cui la deputata Rita Bernardini e la segretaria del Detenuto Ignoto Irene Testa che dal 24 ottobre sono in sciopero della fame affinché le istituzioni si impegnino a riportare subito alla legalità il sistema giustizia e le carceri carceri  attraverso un provvedimento di amnistia e indulto. Alla quattro giorni radicale hanno partecipato migliaia di detenuti in ogni parte d'Italia che hanno fatto digiuno e accompagnato l’iniziativa con la battitura delle sbarre.

Molte le adesioni alla mobilitazione nonviolenta per garantire la possibilità, ai tantissimi reclusi che ancora li conservano, di esercitare i propri diritti in vista delle prossime scadenze elettorali, e ribadire con forza la necessità di un’amnistia: tra i tanti vi hanno aderito il sindacato dei dirigenti penitenziari Si.Di.Pe, il segretario nazionale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, Leo Beneduci, A Buon Diritto, Antigone, Ornella Favero direttrice di Ristretti Orizzonti, Anna Pia Saccomandi segretaria generale della Conferenza nazionale Volontariato e Giustizia, la Comunità di Sant’Egidio, Albino Bizzotto, presidente dell'associazione cattolica “Beati i costruttori di pace” Padova. 

La mobilitazione radicale appoggia inoltre l'astensione dalle udienze indetta dall'Unione delle Camere Penali sempre fissata per oggi per le drammatiche condizioni di vita cui sono costretti i detenuti in Italia  (la delibera delle camere penali:  http://www.camerepenali.it/NewsDetail.aspx?idNews=13286

 

giovedì 8 novembre 2012

Il nuovo progetto carcere-lavoro a Chieti


 E’ partito anche a Chieti il progetto della Regione Abruzzo per l’inserimento socio-lavorativo di detenuti ed ex detenuti - Progetto speciale multiasse “a sostegno e rafforzamento di misure di inclusione sociale per le categorie svantaggiate e a rischio di emarginazione” - D.D. N.  DL22/23 del 29/05/2012.
Dallo scorso 20 settembre, grazie al finanziamento della Regione Abruzzo di quasi 200 mila euro, dieci detenuti del carcere di Chieti stanno seguendo un corso di informatica di 400 ore e altre sette persone (tra ex detenuti e detenuti ammessi al regime di articolo 21 - fuori di giorno, in carcere la sera) a breve saranno inserite al lavoro presso enti e aziende della zona per un periodo di un anno. In entrambi i casi, detenuti ed ex detenuti, verranno sostenuti economicamente: i primi (gli “studenti”) con borsa di studio di 2.400 euro ciascuno (ma ai primi tre classificati verrà corrisposto anche un premio rendimento di 2 mila euro ciascuno) i secondi saranno sostenuti secondo la formula di work experience con una borsa lavoro di 500 euro al mese per 12 mesi. Previsto anche un contributo per spese alloggio.

sabato 27 ottobre 2012

Un carcere più aperto per una informazione più onesta

26 ottobre - A Bologna il convegno sull'informazione da e sul carcere: gli interventi del mattino di :

Carla Chappini Vice Presidente ODG Emilia-Romagna e direttore di Sosta Forzata
Teresa Marzocchi Assessore alle Politiche Sociali Regione Emilia-Romagna
Francesco Maisto Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna
Paola Cigarini Referente Conferenza Regionale Volontariato Giustizia Emilia-Romagna
Pietro Buffa Provveditore alle carceri dell’EmiliaRomagna
Ornella Favero Direttore di Ristretti Orizzonti
Teresa Valiani Giornalista direttore de “Io e Caino” giornale del carcere di Ascoli Piceno
Adriana Lorenzi Esperta in scritture autobiografiche e direttore editoriale di “Alterego”
Gerardo Bombonato Presidente ODG Emilia-Romagna
Mario Consani Giornalista di cronaca giudiziaria del quotidiano “Il Giorno”
Andrea Volterrani Docente Università Tor Vergata, esperto di Comunicazione sociale
Susanna Ripamonti Direttore di “Carte Bollate”
qui il file audio, 

*Gli interventi del pomeriggio:
Le redazioni e le associazioni si presentano.
In chiusura:
Desi Bruno Garante dei Diritti delle persone private della libertà della Regione Emilia-Romagna
qui il file audio,  

Il comunicato finale:
La Federazione nazionale dell’Informazione dal/sul carcere, riunita venerdì 26 ottobre 2012 a Bologna, sottolinea la particolare gravità delle condizioni nelle quali si sconta la pena oggi, che richiedono un ulteriore sforzo di trasparenza e di onestà nell’informare, e chiede:
- al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di dare spazio e autonomia alle attività di redazione interne alle carceri, favorendo il confronto con la società libera allo scopo di promuovere un pensiero più maturo e consapevole sul tema della pena. Senza un percorso comune al dentro e al fuori sarà davvero difficile smuovere e far progredire una cultura da troppi anni ferma al “carcere per tutti”;
- all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di approvare con solerzia la “Carta del carcere e della pena” già presentata a Milano lo scorso settembre 2011 e di farne materia di formazione deontologica per i colleghi e materia di esame per gli aspiranti professionisti. Il percorso penale già complesso e molto doloroso non solo per chi ha subito il reato, ma anche per le persone denunciate o condannate e soprattutto per le loro famiglie, richiede attenzione, sobrietà e precisione sui termini per evitare inutili allarmismi e ulteriori fatiche al momento del ritorno alla vita libera;
- ai giornalisti impegnati nelle redazioni nazionali e locali di tener conto del nostro lavoro e dell’opportunità di considerarci fonti credibili in materia di esecuzione penale.

Federazione nazionale dell’Informazione dal/sul carcere