venerdì 25 marzo 2011

Situazione: i dati della Uil

“Nelle carceri italiani sono detenute 67.318 persone (64.370 uomini e 2.948 donne)  a fronte di una disponibilità reale di  posti detentivi pari a 45059. Un surplus di 22.259 detenuti in più rispetto alla massima capienza che determina un indice medio nazionale  di affollamento pari al  54,2 %. Lo rivela Eugenio Sarno segretario generale Uil Penitenziari che aggiunge: In nove regioni italiane il tasso di affollamento varia dal 23 al 50%. In dieci dal 51 all’ 80%. Unica regione che non presenta (apparentemente) una situazione sovraffollata  è il Trentino Alto Adige. Capofila,  per sovraffollamento, la Calabria (77,6 %), seguita da Puglia (76,3%), Emilia Romagna (73,7%) , Marche (72,1%) e  Lombardia (65,9%) . L’istituto con il più alto tasso di affollamento si conferma Lamezia Terme (193,3%), seguito da  Busto Arsizio (164,7%), Vicenza ( 155,5%). Brescia Canton Mombello (152,5 %), Mistretta (137,5%) ”.
Continua Sarno: “Dal 1 gennaio al 20 marzo del 2011, si sono verificati 14 suicidi in cella. Nello stesso arco temporale in 91 istituti (sui 205 attivi) sono stati tentati  194 suicidi.  I detenuti che debbono la vita a salvataggi in extremis da parte di poliziotti penitenziari assommano a 31. Il numero maggiore di tentati suicidi si è verificato a Venezia Santa M.M. (10) seguita da Como, Firenze Sollicciano e San Gimignano (7).  In 134 istituti si sono verificati 1025 episodi di autolesionismo. Il triste primato spetta a Lecce (54) seguita da Bologna e Firenze Sollicciano (33) nonché da Genova Marassi e dall’OPG di Napoli (31). Ad aggravare il quadro complessivo concorrono i  59 episodi di aggressioni in danno di poliziotti penitenziari,  che contano 39 unità ferite che hanno riportato ferite giudicate guaribili oltre i sette giorni. A Genova Marassi il maggior numero di aggressioni ai baschi blu ( 6) seguita da OPG Aversa, OPG Napoli e Como (5). Ma non mancano nemmeno le proteste. Dal 1 gennaio al 20 marzo 2011 le manifestazioni di protesta collettive, all’interno dei penitenziari,  sono state 75. Gli scioperi della fame 1153; i rifiuti delle terapie mediche 57; i rifiuti del vitto dell’Amministrazione 217 ; gli  atti di turbamento dell’ordine e della sicurezza 59. Questi numeri fotografano oltre ogni competente commento – aggiunge SARNO – la realtà che connota i nostri penitenziari,  sempre più città fantasma confinate nelle retrovie dell’attenzione di chi è deputato ad analizzare e risolvere le grandi questioni sociali : i politici “.

Oltre a denunciare le condizioni di estremo degrado e decadenza degli istituti penitenziari la UIL non manca di rimarcare le conseguenze, dirette, che lo sfascio del sistema carcerario riversa sulla pubblica sicurezza

“La gravissima deficienza organica della polizia penitenziaria, stimata intorno alle 6500 unità, non solo determina carichi di lavoro insostenibili e infami condizioni di lavoro – conclude il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari – ma produce effetti devastanti per l’ordine pubblico. I cinque evasi, nelle ultime settimane (da Augusta, Voghera e Roma)  testimoniano, in modo significativo e indicativo,  questa eventualità. Non poter garantire, per penuria d’organico,  adeguata sorveglianza ai detenuti ristretti (persino a quelli classificati Alta Sicurezza) ed ai detenuti  ricoverati nelle corsie ordinarie dei nostro ospedali e non poter effettuare i servizi di traduzione in canoni di sicurezza è un grave vulnus per l’ordine pubblico. Ne abbia consapevolezza il Ministro dell’Interno Maroni. Lo stesso Guardasigilli farebbe bene ad approfondire e vigilare sulla gestione dei detenuti sottoposti al 41-bis . Per legge,  questa tipologia di detenuti dovrebbe essere sorvegliata dal reparto specializzato della polizia penitenziaria GOM (Gruppo Operativo Mobile). Ma in più di una struttura (Parma su tutte, a seguire Milano Opera, Novara, ecc. i detenuti al 41-bis  non sempre sono affidati al personale del GOM. Anche su questo, come per molto altro, il Ministro Alfano non trova il tempo per ascoltarci. Noi, però,  non rinunciamo a parlarne. Lo faremo anche il 29 e 30 Marzo a Roma nel corso del  nostro  Comitato Direttivo Nazionale ”.   



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